Ovvia l’esultanza all’Eurotower, che definisce il parere «una pietra miliare», precisando che l’Omt è «pronto e disponibile». L’opinione di Villalón chiarisce che «la Bce è la sola responsabile della definizione e dell’implementazione della politica monetaria», valuta Yves Mersch, membro del comitato esecutivo della Bce. Attraverso il portavoce del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, Berlino si limita a dire che il parere dell’Avvocato generale della Corte di giustizia europea porta «chiarezza» e «mette in rilievo la posizione di fondo del governo tedesco». All’attacco, invece, va il presidente dell’istituto tedesco Ifo, Hans-Werner Sinn, da sempre contrario e allineato con i 37 mila tedeschi che hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale di Karlsruhe definendo l’Omt illegittimo: dà «carta bianca alla Bce», così «si rischia di precipitare la zona euro in una grave crisi costituzionale», visto che il parere «ha clamorosamente contraddetto la Corte costituzionale tedesca».
Di fatto, nelle sue conclusioni, Villalón non solo legittima lo scudo antispread promesso da Draghi nel luglio 2012, quando in piena crisi dei debiti sovrani disse che la Bce avrebbe fatto tutto il possibile (il celebre «whatever it takes») per salvare la zona euro, ma rafforza l’indipendenza dell’Eurotower, che deve «godere di un ampio margine di discrezionalità». La motivazione? Ai tribunali manca «la specializzazione e l’esperienza di cui dispone la Bce», che perciò «deve godere di un ampio margine di discrezionalità nella programmazione e nell’esecuzione della politica monetaria della Ue. E il programma Omt «è una misura non convenzionale di politica monetaria». Anche se deve rispettare «determinate condizioni», ad esempio il divieto di finanziamento monetario degli Stati membri e specificamente il principio di proporzionalità.
Tolto di mezzo lo scoglio legale, l’ultimo ostacolo è rappresentato dall’opposizione in casa guidata dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Ma la Bce può prendere le sue decisioni a maggioranza.