12.04.2011

I crediti Iva spia dell’evasione

  • Italia Oggi

di Valerio Stroppa  

I crediti Iva mettono il fisco sulla traccia dell'evasione. Tanto che nel 2010 questo criterio di selezione dei contribuenti ha permesso all'erario di elevare contestazioni per 5,5 miliardi di euro. A tanto ammontano gli accertamenti effettuati nel 2010 dagli uffici dell'Agenzia delle entrate nei confronti di soggetti che presentavano Iva a credito in sede dichiarativa: lo scorso anno i controlli fiscali così delineati sono stati complessivamente quasi 100 mila, vale a dire il 5% in più rispetto ai 94 mila del 2009. E tra minori crediti e maggiore Iva a debito accertati le rettifiche sono state pari a 5.502 milioni di euro, contro i 4.856 milioni del 2009 (anno in cui, peraltro, si è avuta la stretta sulle compensazioni avviata dal dl n. 78/2009). Dai dati diffusi nei giorni scorsi dalle diverse Direzioni regionali delle Entrate emerge che sul territorio i numeri sono ben distribuiti. I controlli nei confronti dei contribuenti che presentavano crediti Iva, infatti, sono risultati numerosi anche nelle regioni più piccole (si veda tabella in pagina), a testimonianza di un operato condiviso e impartito a livello centrale. Si ricorda, infatti, che la circolare n. 20/E del 2010 dell'Agenzia, recante gli indirizzi operativi anti-evasione per l'anno scorso, inseriva i crediti Iva utilizzati in compensazione o riportati al successivo periodo di imposta di importo significativo tra i principali indici di rischio di evasione. In questo senso, i recuperi maggiori si sono registrati in Lombardia (1,3 miliardi di euro) e Lazio (1,1 miliardi), ma anche in Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, Campania e Sicilia. Ma il 2010 ha visto anche l'ulteriore potenziamento del redditometro. Mentre sul piano nazionale ad ogni accertamento sintetico è corrisposta in media una maggiore imposta accertata di 16.400 euro, in alcune regioni i redditometri sono stati più «ricchi». È il caso del Lazio (23 mila euro medi), della Lombardia (22.800 euro), della Campania (19.800 euro) e del Veneto (19.400 euro).