Quel che appare certo è che Generali non aspetterà il primo maggio per avere un nuovo capo azienda. La compagnia punterebbe a «una scelta in tempi brevi, entro metà febbraio», secondo una fonte vicina alla vicenda. E un consiglio di amministrazione del gruppo, annunciato «a breve», in concomitanza con la notizia dello strappo al vertice, dovrebbe tenersi la prossima settimana. Prova dell’accelerazione, il summit in Mediobanca, primo azionista del Leone con il 13,2%, ieri pomeriggio. Alla riunione hanno partecipato Lorenzo Pellicioli, che nel consiglio di Generali rappresenta De Agostini e il presidente del Leone, Gabriele Galateri, oltre al numero uno di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, e al direttore centrale Clemente Rebecchini, che è anche vice-presidente delle Generali.
L’uscita sarebbe legata a un disaccordo sul suo ruolo di Ceo con i soci, mentre non ci sarebbero divergenze sul piano, la direzione strategica o i numeri avrebbe spiegato Greco secondo quanto ha riferito un analista a Radiocor . E «probabilmente sarebbe stato indisponibile a un secondo mandato» a Trieste anche senza un offerta di Zurich, avrebbe affermato il manager rispondendo a una domanda.
Le Generali hanno fornito un’altra storia. L’addio di Greco «non è dipeso da nessun specifico contrasto, né conflitto con gli azionisti, che al contrario in questi tre anni hanno sempre fornito pieno supporto alla strategia e alla sua esecuzione», si legge in un comunicato del gruppo. Univoco, invece, il riferimento ai risultati finanziari di fine 2015 che – ha detto Greco – saranno buoni e in linea con i target.
La versione di Nagel è questa: «Non c’è stata rottura. La sua è stata una decisione perfettamente legittima, una normale decisione di mercato», ha detto il numero uno di Mediobanca. «Abbiamo puntato fino in fondo al suo rinnovo».