L’obiettivo politico di Renzi — ormai evidente — è superare la scadenza elettorale del 31 maggio per evitare di dover rompere l’incantesimo, di dover rendere nota quella che a via XX Settembre definiscono — con humour da economisti — «la formula magica» di Padoan, ribattezzato «mago Merlino»: perché servirebbe una magia per confermare che «il quadro di finanza pubblica resterà invariato» senza poi non scontentare una gran parte dei cinque milioni e mezzo di pensionati in attesa del «rimborso». E sebbene la soluzione tecnica non sia stata ancora del tutto definita, si prepara intanto la soluzione mediatica per parare il colpo: «Riconoscimento progressivo», per esempio, sarebbe una buona definizione per zuccherare una pillola comunque amara.
Ma con calma. E poco importa se da Bruxelles si mostrano insistenti, «l’Europa non può romperci le balle mettendoci una fretta pazzesca», commenta il sottosegretario all’Economia Zanetti, con un approccio affatto diplomatico: «Nel 2011 abbiamo dovuto decidere con urgenza perché saltava tutto. Ora i conti sono in ordine e non intendiamo correre, con il rischio di commettere altri errori ed iniquità». Chissà quanto piacerà a Monti sentire dall’attuale segretario di Scelta civica un giudizio così tranciante sugli «errori» e le «iniquità» compiuti dal suo governo. Di certo Renzi non sconfesserà la tesi di Zanetti, secondo il quale all’esecutivo «servono almeno due mesi».
Se così stanno le cose, quale modo migliore per prender tempo di un’audizione in Parlamento? E infatti le commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato si preparano a chiedere di ascoltare in seduta comune il ministro dell’Economia, mentre Renzi continuerà a monitorare il via vai nelle sedi territoriali dell’Inps come a misurare il livello di attenzione sulla materia da parte dell’opinione pubblica. Le Regionali si avvicinano, e senza più il «tesoretto» da poter brandire come arma elettorale, il premier cavalca i dati sui nuovi contratti permanenti, bacchetta i «gufi» della Cgil e si prepara a festeggiare «la fine della recessione» con i decimali che gli fornirà l’Istat. Certo, la Spagna viaggia verso una crescita annua del 2,7% ma difficilmente domani l’Istituto di statistica fornirà tabelle comparative…