19.06.2012

Gerico non risparmia sui correttivi

  • Il Sole 24 Ore

A metà giugno, solitamente, si pagavano le imposte; anche quest’anno, invece, si tiene a battesimo la versione definitiva del software Gerico ed il provvedimento che approva i modelli che costituiscono parte integrante di Unico, dopo che, sabato scorso, è stato pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» il decreto che ha approvato i correttivi anticrisi (nel 2011 il varo è stato il 10 giugno).
Rimane, operativamente, ancora tutto da fare nelle prossime tre settimane (confidando nell’efficienza delle case di software, chiamate all’aggiornamento degli applicativi): verificare la posizione del contribuente, valutare la possibilità di un adeguamento anche alla luce delle nuove norme premiali, o l’esistenza di plausibili giustificazioni al disallineamento da indicare nel campo delle annotazioni. Da una prima simulazione rappresentata nella grafica in pagina, Gerico non riserva eclatanti sorprese rispetto alla versione Beta; i dati sembrano sostanzialmente confermati, anche se risulta una leggera differenza sullo studio di settore dell’elettricista (VG57U), peraltro già registrata nell’ultima versione provvisoria, ed una riduzione della misura dei correttivi anticrisi relativi nel settore del trasporto merci su strada (correttivo da versione Beta pari ad euro 54.044, correttivo da versione ufficiale pari ad euro 51.962). Peraltro, lo stesso sito dell’Agenzia ammoniva sul carattere di non ufficialità dello strumento precedente, utilizzabile solo a titolo orientativo.
In relazione agli studi revisionati emerge un sostanziale livello di invarianza del risultato finale: ove il ricavo puntuale cresce rispetto alla precedente versione si nota un incremento dei correttivi anticrisi, di modo che tutto sembra restare in linea con la situazione pregressa (ovviamente in ipotesi teorica di invarianza dei dati).
Per gli studi non revisionati, invece, la partita si gioca tutta sul ruolo dei soli correttivi, in relazione ai quali risulta difficoltoso proporre un confronto, non fosse altro per la pluralità di variabili coinvolte nella loro determinazione. Tuttavia, si ha l’impressione di un tendenziale incremento, in assoluto parallelo con la “dimensione” della crisi; ciò vale per diversi settori, dalla farmacia, al commercio all’ingrosso ed anche per le immobiliari di gestione.
Le riduzioni “anti crisi” sono di due tipologie: oltre ai correttivi specifici (in particolar modo legati all’incremento del costo del carburante per il settore dei trasporti), assumono importanza quelli congiunturali, che siano di settore o individuali. I correttivi di settore sono stati determinati effettuando una proiezione dei dati del 2010 sul 2011, attingendo le informazioni dell’andamento per microsettori da una indagine Prometeia e correlandole con i dati delle comunicazioni Iva e delle dichiarazioni Iva presentate entro febbraio 2012. Inoltre, le informazioni sono state testate su un campione di dati contabili forniti dalle associazioni di categoria. L’applicazione pratica non è difficile, poiché per ogni cluster di appartenenza è stato determinato (nelle tabelle allegate al decreto) un coefficiente di riduzione da applicare ai ricavi puntuali; chi non si riconoscesse in tale riduzione (ad esempio, chi svolge attività di cura degli animali da compagnia, sappia che il coefficiente dello studio TG99U è sempre pari a zero), potrà evidenziarlo nelle note libere.
Per gli studi professionali che fondano il conteggio sulle tariffe (tabella 1.E del decreto), anch’esse ridotte nel tempo, per effetto della crisi, rispetto agli standard prefissati, sono stati accordati coefficienti di riduzione che vanno da un massimo dello 0,0555 per l’ingegneria integrata, ad un minimo dello 0,0051 dei geologi; nel mezzo gli altri (commercialisti 0,0194, notai 0,0137, avvocati 0,0110). In tali ipotesi non c’è distinzione tra cluster e la credibilità della riduzione dipende, comunque, dall’allineamento delle tariffe “originali” stimate da Gerico rispetto a quelle effettivamente praticate dal professionista, con tutta la componente soggettiva che deriva da tale stima. Meno intuitiva è l’applicazione del correttivo soggettivo, circostanza che dipende dalla sussistenza di una contrazione, nel 2011, dei costi variabili rispetto al medesimo dato del 2010 o 2009; qui, infatti, la riduzione dei ricavi puntuali si ottiene moltiplicando il dato per un coefficiente di ponderazione che tiene conto della contrazione dei costi variabili non spiegata dai correttivi congiunturali di settore, dalle diversità di risultato legate a fattori territoriali, nonché della rigidità del modello di stima degli studi di settore connessa alla riduzione dei costi variabili derivanti da situazioni di crisi. L’effetto che, dalle prime simulazioni, sembra benefico è gradito, ma non si può certo dire che si possa attribuire a tali indicazioni un elevato grado di trasparenza.