È il primo accordo in Italia quello che sarà firmato oggi (9 giugno) tra Airbnb e il comune di Genova relativo all’applicazione, riscossione e versamento dell’imposta di soggiorno. Sarà quindi Airbnb che nel comune di Genova provvederà a riscuotere l’imposta di soggiorno dal turista direttamente attraverso il proprio portale al momento della prenotazione e a riversarla nelle casse del comune. In altre parole, quando procede all’acquisto del soggiorno il turista («Guest», nella terminologia Airbnb) troverà accanto all’importo del corrispettivo per l’uso dell’alloggio anche un importo con gli eventuali costi, tra cui anche l’imposta di soggiorno già calcolata da Airbnb sulla base della dichiarazione (in termini di numero di ospitati in casa e di giorni di permanenza) del Guest. Opererà quindi per conto dei propri utenti soggetti ospitanti («Host» per Airbnb) come agente contabile. Il tutto tramite apposita modulistica che sarà appositamente predisposta e versamenti online. A firmare l’accordo saranno Carla Sibilla, assessore alla cultura e turismo del comune di Genova, e Chris Lehane, Head of global policy di Airbnb, in visita a Genova appositamente per l’occasione. Ma seguiranno altri accordi, a breve, in altre città, partendo da Milano e Firenze. Fino a oggi a Genova era il proprietario della casa o il gestore della struttura ricettiva (casa vacanze o bed and breakfast, per esempio, o anche il titolare di una mera locazione turistica) a doversene occupare, con gravi disagi che alimentavano l’illegittimo desiderio di agire in modo poco trasparente. E questo del resto accade tuttora in vari altri comuni di Italia in cui mancano gli accordi (ma anche nella stessa Genova, se non si utilizza il portale di Airbnb). La normativa da applicare infatti è quella prevista dall’art. 4 del dlgs n. 23/2011 secondo cui alcuni comuni possono istituire un’imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo sino a cinque euro per notte di soggiorno. A Genova questa imposta è stata istituita nel 2012 e l’imposta è richiesta per le prime otto notti di soggiorno. È però intervenuta anche la regione Liguria qualche anno fa stabilendo nella propria normativa sul turismo l’applicabilità dell’imposta di soggiorno anche alle locazioni di alloggi arredati a uso turistico, estendendo quindi l’obbligo di riscossione anche ai proprietari di seconde case che le concedevano in locazione per i tradizionali soggiorni estivi. E che erano in grossa difficoltà sia nell’incassare i contanti al momento dell’arrivo del locatario nell’alloggio, che nel riversare gli importi riscossi al comune, anche per l’assenza di adeguati strumenti telematici. Forse, con questo accordo è stata trovata, almeno in parte, una prima soluzione pragmatica.
Donatella Marino