Generali ha venduto ieri il 3,04% di Intesa Sanpaolo «chiudendo» l’ultimo capitolo della vicenda che nei primi mesi di quest’anno aveva acceso i fari in Piazza Affari su ipotesi di un’operazione fra la banca e la compagnia di assicurazioni. Il gruppo di Trieste ha ceduto i 510 milioni di titoli Intesa fuori mercato per non provocare conseguenze rilevanti sulle quotazioni, e ha comunicato di aver contestualmente «posto termine all’operazione in strumenti derivati collateralizzati effettuata per coprire il rischio economico collegato all’acquisto delle azioni». Ciò significa che la compravendita si è conclusa in termini «neutrali» per il Leone e che i compratori finali delle azioni saranno individuabili nel caso superino con tali acquisti la soglia del 3% di Intesa.
Il Leone aveva rilevato il pacchetto lunedì 23 gennaio (inizialmente sotto forma di prestito titoli, convertito poi in acquisto delle azioni) dopo che nel weekend precedente erano corse voci su ipotesi di progetti relativi a Generali maturati da parte di Intesa. Per «bloccare» eventuali mosse della banca guidata da Carlo Messina il Leone aveva alzato con il 3% la barriera delle «partecipazioni incrociate». Intesa il giorno dopo aveva reso ufficiali riflessioni riguardanti anche una possibile «combinazione industriale» con Trieste. Un mese più tardi la banca aveva invece comunicato di aver completato le valutazioni e abbandonato l’ipotesi di un’operazione con Trieste. Ecco dunque ieri l’ultimo atto (ormai scontato) con la cessione delle azioni da parte di Generali, che ha precisato di mantenere «un’esposizione marginale» nella banca «come investimento finanziario ordinario».
Sergio Bocconi