Dal 2007 a oggi (gli ultimi dati si riferiscono a fine ottobre), il fondo centrale ha garantito quasi 280mila operazioni finanziarie per l’equivalente di 23,7 miliardi che ne hanno attivi oltre 43 di finanziamenti. E le potenzialità di crescita sono ancora ampie, visto che «con l’attuale assetto normativo e disponibilità finanziarie – evidenzia un report del ministero dello Sviluppo economico – il fondo intermedia circa il 2% di tutti i prestiti bancari alle imprese».
Per il prossimo triennio il budget a disposizione del fondo di garanzia è di quasi 2,4 miliardi, di cui 1,2 attinti dal Fondo sviluppo e coesione (200 milioni l’anno dal 2014 al 2016 più ulteriori 600 milioni riservati alle piccole e medie aziende del Sud), anche se sarà necessario prestare la massima attenzione all’equilibrio finanziario del fondo chiamato a coprire altre “uscite” (come la spesa per la patrimonializzazione dei confidi). Per la sezione speciale “progetti di ricerca e innovazione” – che dovrebbe avere una dote di partenza di 100 milioni di euro – è prevista in più la possibilità di ricorrere ai fondi Ue 2014-2020. L’obiettivo di questa nuova sezione è concedere garanzie a copertura delle prime perdite su portafogli di un insieme di progetti (di ammontare minimo di 500 milioni di euro), rappresentati da finanziamenti della Banca europea investimenti per grandi progetti di innovazione industriale. Così i confini del fondo si allargherebbero a reti d’imprese e società di maggiori dimensioni. «L’idea di accorpare sotto un unico cappello i principali strumenti di garanzia – spiega Stefano Manzocchi, direttore Luiss Lab of European Economics – è vincente sotto il profilo teorico, anche perché spesso la necessità di sostenere innovazione e capitale circolante vanno di pari passo. Tuttavia, l’efficacia del nuovo sistema sarà legata a doppio filo alla capacità di sostenere i progetti davvero in grado di stimolare la ricerca e l’innovazione».
Dal mondo delle imprese si sollecita poi, una volta che il ddl stabilità sarà legge, la piena operatività in tempi rapidi delle nuove regole. «Il fondo di garanzia è uno strumento essenziale per l’accesso al credito e come volano di sviluppo – sottolinea Ambra Redaelli, presidente della Piccola industria di Confindustria Lombardia – a condizione che funzioni davvero a livello organizzativo, in tempi rapidi e con efficacia». Per l’attuazione delle misure legate al nuovo sistema di garanzia serviranno infatti due decreti ministeriali e una delibera del Cipe, senza contare che all’appello manca ancora il decreto ministeriale, attuativo della legge del fare (98/2013), per modificare i criteri di accesso al fondo a favore delle imprese colpite dalla crisi.