Il cliente che si trova alle prese con un tassista scorretto può sempre segnalare l’irregolarità al comune. Che ha la possibilità di sospendere le licenza oppure di revocare anche il titolo in casi estremi. E queste misure escono dal solco della legge 689/1981 perché hanno natura disciplinare.
Lo ha chiarito il Consiglio di stato, sez. V, con la sentenza n. 4866/2015, recentemente resa nota. Un tassista genovese ha allungato di sua iniziativa il percorso aggravando il costo della corsa senza giustificato motivo. A seguito della segnalazione circostanziata, tempestiva e dettagliata dell’utente, il comune ha quindi disposto la sospensione della licenza da piazza per sei giorni. Contro questa misura punitiva l’interessato ha proposto con successo ricorso al Tar ma il Consiglio di stato ha confermato la determinazione comunale. La disciplina dell’esercizio dei taxi è individuata dalla legge 21/1992, specifica il collegio. In questa materia il comune ha una competenza molto ampia con possibilità di tutelare l’interesse pubblico anche con la revoca o la sospensione della singola licenza. Non occorre fare riferimento alla legge 689/1981 per applicare queste misure di carattere disciplinare. Pertanto il comportamento abusivo del tassista può sempre essere limitato dal comune anche se nessuna disposizione normativa evidenzia i dettagli dell’intervento pubblico. E il cittadino può segnalare tempestivamente al municipio ogni abuso posto in essere dall’operatore.
Stefano Manzelli