L’inversione a U della Snb, che all’inzio dell’anno aveva ribadito l’importanza del tetto sul cambio con l’euro, definendolo una pietra miliare, è stato un choc per tutti. «L’azione della Snb è uno tsunami per l’industria che esporta, per il turismo e infine per l’intero Paese», ha affermato Nick Hayek, Ceo del gruppo di orologeria Swatch, che ieri sul listino di Zurigo ha ceduto il 16,35%. Per James Stanton, capo dei cambi di deVere Group, una delle maggiori società di consulenza finaziaria, si è trattato di soprattutto di «panic selling», perché «una banca centrale non agisce in modo così drammatico molto spesso», perciò «ha colto di sorpresa i mercati», prevedendo «più volatilità nel breve periodo», con un cambio che alla fine si assesterà «intorno alla parità».
Perfino Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario, è stata colta in contropiede, ma la sua sorpresa è soprattutto di non essere stata contattata prima».
Il presidente della Snb, Thomas Jordan, però ha difeso la decisione: «Meglio agire ora che fra 6 o 12 mesi, quando sarebbe più doloroso. Se si è deciso di abbondare una certa politica, bisogna prendere di sorpresa i mercati», ha spiegato. Ma la scelta di intervenire giusto una settimana prima della riunione della Bce, il 22 gennaio, ha alimentato la speculazione che lo schema di QE messo a punto dal presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, sarà così ampio che la Snb avrebbe avuto grandi difficoltà a difendere il franco. Con il rischio di pagare a caro prezzo il progressivo indebolimento dell’euro, di cui ha accumulato grandi riserve. Ci credono anche le Borse, tutte positive tranne Atene (ma è un’altra storia), con Milano migliore listino continentale (+2,26%).
Insomma, una scelta inevitabile che gioca d’anticipo sul QE dell’Eurotower. Con buona pace del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, contrario a ogni ipotesi di acquisto di bond. «L’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea ha sottolineato che l’involucro giuridico della Bce è fuori discussione, il che significa che oltre al divieto di finanziamento monetario, la Banca non può perseguire una politica economica», ha detto ieri.
Le strategie monetarie dividono: alcune stazioni di servizio svizzere ieri non accettavano euro, mentre è stata segnalata una corsa ad accaparrarsi franchi agli sportelli di banche e ai bancomat.