Foto di gruppo con problemi, quella dell’agenzia di rating Dbrs sul 2016 delle prime 12 banche italiane. Che per il quarto anno degli ultimi sei sono in rosso, e per 14,8 miliardi. Solo quattro – Intesa Sanpaolo e le piccole Credem, Sondrio, Banca Sella – hanno utili degni di nota. Le altre immolano i profitti sull’altare delle svalutazioni di crediti, raddoppiate sul 2015 per alzare le coperture. Ma il cattivo credito resta «alto», scrive Dbrs: il 114% del capitale di vigilanza. La minor distanza tra valori contabili e di mercato delle sofferenze ne facilita la cessione: per l’agenzia Unicredit, Banco Bpm, Mps, Creval, Carige sono prossime venditrici (molta offerta, cattivo segno). Più svalutazioni significa anche meno capitale: nel 2016 quello primario del campione è sceso di 140 punti base, a un Cet1 medio del 10,4%. «Alzare il patrimonio è la priorità 2017», per Dbrs. Chi chiederà al mercato (Unicredit), chi allo Stato (Mps, Vicenza & Veneto), chi spera di arrangiarsi con cessioni e modelli interni (Banco Bpm, Creval).
Andrea Greco