Giovedì 3 maggio, di fronte agli impegni Antitrust presi da Premafin, Unipol e Mediobanca, l’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha deciso di consentire la prosecuzione dei lavori preparatori per la costituzione del raggruppamento assicurativo Unipol-Fonsai che, a regime, verrebbe controllato dalle maggiori cooperative della Lega.
Ma l’ascesa della cosiddetta finanza rossa nell’empireo delle polizze non è ancora scontata. Carlo Cimbri, il giovane amministratore delegato dell’Unipol, ha fatto un gran passo avanti. E tuttavia le partite finiscono al novantesimo minuto o anche dopo, se l’arbitro concede un recupero.
Ipotesi
Nei consorzi bancari di garanzia dei due aumenti di capitale di Fonsai e Unipol, propedeutici alle fusioni, non figura Intesa Sanpaolo. È un’assenza non casuale. Nel quartier generale di Ca’ de Sass si nutrono radicali riserve sulla bontà del salvataggio della compagnia fiorentina a opera di quella bolognese. Si dice che l’amministratore delegato, Tommaso Cucchiani, che proviene da Allianz e dunque è del mestiere, la ritenga fragile. La soluzione ottimale sarebbe l’intervento di una grande compagnia multinazionale, capace di fare un’Opa su Fonsai e Milano e di ricapitalizzare questo che resta il terzo gruppo assicurativo italiano, sia pure in grave crisi di solvibilità . Ma andrebbe bene anche un’editio minor sulla sola Milano. Ai banchieri di Intesa Sanpaolo, infatti, non sfugge quanto sia arduo che un board internazionale autorizzi un investimento complessivo di 2 miliardi per acquisire un gruppo assicurativo con in pancia 25 miliardi di titoli di Stato italiani più l’imperscrutabile eredità delle gestioni ligrestiane. Ma anche l’opzione ristretta alla Milano ha i suoi problemi, visto che Fonsai ha in carico il 60% di Milano a 1,2 miliardi e, vendendolo ai valori correnti, materializzerebbe una perdita di 900 milioni rinunciando a una componente dell’utile consolidato. D’altra parte, Allianz, che in Italia avrebbe problemi antitrust superiori a Unipol, ha rassicurato Unicredit di non voler intralciare un’operazione in cui Unicredit è impegnato. E Axa ha chiesto a Mediobanca di poter a tempo debito visionare quanto Unipol-Fonsai dovrà dismettere in obbedienza all’Antitrust.
Un’alternativa al salvataggio targato Unipol avrebbe trovato spazio se la sospensione totale di ogni operazione da parte di Unipol e di Mediobanca, decretata il 26 aprile, fosse stata confermata per intero. In quel caso, con Premafin congelata e Unipol alla finestra, si sarebbero aperte tre possibilità : a) le banche creditrici di Premafin escutevano il 35% di Fonsai che avevano (e hanno) in pegno e garantivano poi l’aumento di capitale di Fonsai stand alone; b) la situazione sfuggiva di mano e Fonsai veniva commissariata; c) il consiglio di Fonsai cercava un’altra banca, per esempio Intesa Sanpaolo, per mettere in campo un consorzio di collocamento e garanzia per l’aumento di capitale Fonsai affidando la gestione a un grande manager. E invece l’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella ha accolto gli impegni assunti da Premafin a non dare esecuzione all’aumento di capitale riservato a Unipol e gli impegni assunti da Unipol a non procedere materialmente alle fusioni fino a quando non avesse ottenuto la firma dell’Antitrust sui rimedi pro concorrenziali. Il collegio ha altresì accolto l’impegno di Mediobanca a congelare i voti delle azioni Fonsai e Unipol che le fossero venute come inoptato degli aumenti di capitale e a rivenderle poi. Chi aveva interpretato la prima decisione dell’Antitrust come uno stop definitivo si stupisce. Chi, come il Corriere, aveva visto lo spazio giuridico per una convergenza tra Autorità , Unipol e Mediobanca, considera naturale questa conclusione, peraltro non ancora definitiva. (Tra i punti da chiarire c’è il destino della partecipazione Fonsai in Mediobanca).
In realtà , adesso, Cimbri deve soprattutto aspettare la risposta della Consob sulla richiesta di esenzione dall’Opa su Fonsai e Milano, presentata da Unipol. E poi l’autorizzazione dell’Isvap, il quale, tuttavia, avrebbe già manifestato un orientamento positivo nel parere reso alla Consob circa la situazione patrimoniale del gruppo Fonsai e l’urgenza della sua ricapitalizzazione. L’attesa prevalente è che la Commissione di controllo sulla Borsa, presieduta da Giuseppe Vegas, dia via libera in settimana, magari obbligando Unipol a fare un’Offerta pubblica d’acquisto sulle minoranze della Milano, visto che questa compagnia, considerandola di per sé, è solvibile. La questione è materia di dibattito. Ma probabilmente, non sarà un esborso aggiuntivo di 150-200 milioni sul previsto a impedire a Unipol di tagliare il traguardo.
L’assenza
A convincere l’Antitrust a lasciar approvare l’aumento di Premafin riservato a Unipol e continuare la trattativa sui concambi ai quali fare la fusione a quattro (Premafin, Fonsai, Milano e Unipol Assicurazioni) è stata anche l’assenza di alternative. La proposta di Sator e Palladio di un aumento di Premafin riservato alle due finanziarie e di un successivo aumento di Fonsai stand alone aveva quattro debolezze: a) non è mai stata esaminata da Premafin, avendo questa concesso un’esclusiva a Unipol che scade a luglio; b) Sator e Palladio non hanno ancora ottenuto l’autorizzazione dell’Isvap a superare il 10% di Fonsai; c) l’esenzione dall’Opa su Fonsai e Milano è meno probabile rispetto a Unipol, avendo le due finanziarie già comprato l’8% di Fonsai; d) Sator e Palladio non avevano alle spalle un consorzio bancario di garanzia per la ricapitalizzazione di Fonsai.
Detto questo, se Sator e Palladio o altri lanciassero un’Opa su Fonsai e poi la ricapitalizzassero, Unipol batterebbe in ritirata, le banche creditrici di Premafin incasserebbero meno dei loro crediti. E Mediobanca perderebbe qualcosa in Premafin ma salverebbe i prestiti subordinati, 1,1 miliardi, a Fonsai e Milano. Il leader di Mediobanca, Alberto Nagel, avrebbe salvato il portafoglio, ma non potrebbe vantare il successo di un’operazione di cui è stato regista. La partita, comunque, non è ancora finita.
Siete qui: Oggi sulla stampa

Il Corriere della Sera
07/05/12
Potrebbe interessarti anche

Un voluminoso dossier, quasi 100 pagine, per l’offerta sull’88% di Aspi. Il documento verrà ana...
Oggi sulla stampa

La ripresa dell’economia americana è così vigorosa che resuscita una paura quasi dimenticata: lâ...
Oggi sulla stampa

Ancora prima che l’offerta di Cdp e dei fondi per l’88% di Autostrade per l’Italia arrivi sul ...
Oggi sulla stampa