20.12.2013

Fondi in massa all’assemblea Telecom per la sfida finale tra Fossati e Alierta

  • La Repubblica

MILANO — Assemblea fiume per Telecom Italia, con all’ordine del giorno tanti temi delicati, a partire dalla revoca dell’attuale consiglio la cui indipendenza è stata messa in discussione dalla Findim di Marco Fossati, per finire con l’approvazione dell’aumento di capitale al servizio del convertendo, contestato dai piccoli azionisti. Qualunque sia l’esito dell’adunata soci, per Telecom Italia il cambiamento è già in atto. Se anche la revoca dell’attuale cda non dovesse raccogliere la maggioranza dei voti – con circa il 60% del capitale che oggi si recherà a Rozzano – Telco non potrà ignorare che una fetta importante del mercato ritiene Telefonica in conflitto di interesse e ad aprile dovrà comunque presentare una lista di nomi più indipendenti se vorrà farla approvare dall’assemblea. Se invece l’attuale cda dovesse essere revocato il nuovo cda di 15 membri sarà composto dai sette nomi della lista di Assogestioni (capeggiata da Luigi Zingales), dai due (Marco Patuano e Paola Bariatti) presenti nella lista di minoranza Telco mente gli altri consiglieri verranno votati uno a uno dall’assemblea. Tra i candidati per la presidenza è spuntato il nome di Angelo Tantazzi, attuale presidente di Prometeia ed ex presidente di Borsa spa, presente nell’elenco comunicato da Telco per l’eventuale integrazione del cda. Gli altri sono Gabriele Burgio, Paolo Fumagalli, Mario Notari, Francesco Profumo e Giorgio Valerio. Patuano potrebbe continuare a guidare l’azienda sia nel caso di revoca sia di conferma dell’attuale cda. Fossati ha invece depositato una lista di cinque nomi nella quale compaiono Vito Gamberale, ad del fondo F2i, Alessandro Castellano, numero uno di Sace, Franco Lombardi, presidente di Asati, Girolamo Di Genova e Daniela Mainini.
L’esito del voto è in bilico, perché se è certo che una cifra record di azionisti si presenterà in assemblea, non tutti potrebbero voler esprimersi sulla revoca dell’attuale board e gli astenuti andranno ad aggiungersi ai voti contrari. Tra questi vi sarà probabilmente il fondo Usa Blackrock, che tra convertendo e azioni ha il 10,1% del capitale, ma oggi sarà presente con il 5,9%. Su richiesta Consob ieri Telefonica ha precisato di non
avere in essere accordi con Blackrock su Telecom, né di essersi avvalsa della facoltà di comprare azioni per il fatto che un socio ha rilevato oltre il 10% del capitale. Secondo i soci italiani di Telco, inoltre, la quota del convertendo in mano a Blackrock va considerata per il calcolo della soglia del 10% ma al momento non è chiaro se il vincolo del patto che lega i soci italiani a Telefonica sia venuto meno. Infine Telecom ha risposto ad altre richieste Consob, precisando che non ha consultato esperti indipendenti prima di deliberare il prestito convertendo da 1,3 miliardi, ma di aver utilizzato advisor e legali esterni sia per il collocamento dello stesso bond che per la vendita delle attività argentine. Operazioni, a giudizio di Telecom, necessarie e propedeutiche al piano industriale 2014-2016 e volte a recuperare il livello di investment grade sul debito.