A Flos Bonomi pensava da un bel po’, «dai tempi dell’ingresso in Parmasteelisa». Ma l’affare si è fatto quest’estate. Con Piero Gandini, che resterà Ceo, «ci siamo stretti la mano a inizio agosto, e abbiamo chiuso in qualche settimana», racconta l’investitore. «L’abbiamo convinto con la storia di quello che abbiamo fatto finora, da Ducati a Ferrari Land, il parco del Cavallino in Spagna, ma ha pesato anche il fatto che siamo un gruppo con un’origine familiare e imprenditoriale», spiega. «Flos è una bellissima azienda, un esempio di leadership italiana nel mondo, con una grande potenzialità di crescita attraverso un’ulteriore internazionalizzazione. Il nostro ingresso permetterà di accelerare tutti i piani di investimento, combinando la capacità imprenditoriale del signor Gandini con la piattaforma globale e i capitali di Investindustrial. Se ci riusciamo, costruiremo qualcosa di buono per i nostri investitori, per la Flos e anche per l’Italia». Bonomi ora guarda ad Asia, America, Russia, Medio Oriente, «sono tutti mercati in espansione». Ma «se non si parte da un marchio forte, non si va da nessuna parte. Gandini è riuscito a unire design e tecnologia, le stesse caratteristiche che abbiamo trovato nella Ducati».
No comment, per ora invece, sul dossier Club Med. Ieri il consiglio di amministrazione della società di villaggi vacanza francese ha accolto positivamente il rilancio della cinese Fosun, che ha alzato l’offerta a 22 euro ad azione, contro i 21 euro messi sul piatto da Bonomi, facendo volare il titolo in Borsa a Parigi. Mentre Global Resorts, il veicolo che da capo a Bonomi, in una nota fa sapere che ora valuterà «con estrema attenzione» tutte le opzioni.