Sugli 11 dollari avrebbero scommesso in pochi anche solo quando, prima e dopo il debutto del 13 ottobre a New York, il titolo pareva inchiodato sotto i 7,727 euro pagati a chi aveva esercitato il recesso dalla «vecchia» Fiat. È andata diversamente ed è chiaro che, in quest’ottica, il crollo delle ultimissime sedute non preoccupa i vertici Fca. Marchionne ha centrato i prezzi-obiettivo per dotare Fiat Chrysler di «almeno 4 miliardi di euro». Dai 100 milioni di azioni arriveranno 800 milioni di euro. Dal bond, che salvo possibili conversioni anticipate scadrà il 15 dicembre 2016 e pagherà cedole annue del 7,875%, l’equivalente di altri 2,3 miliardi. Fa già quota 3,1 e, in attesa del closing previsto per la prossima settimana, in buona parte già sottoscritti: Exor conferma l’acquisto del prestito per 886 milioni di dollari, in modo da non diluire il proprio 43% di diritti di voto; le banche hanno «opzionato» il 13% delle azioni e 385 milioni di dollari di obbligazioni.
L’«operazione Usa» — destinata a ridurre il debito e finanziare lo sviluppo rafforzando, in parallelo, la presenza a Wall Street — dovrebbe insomma filare liscia. Non si esaurisce tuttavia in questo primo step. Un ruolo fondamentale lo gioca Ferrari, e non solo per l’abbinamento gratis ad azioni e bond. Prima dello scorporo, che «passerà» a Exor la maggioranza relativa del 24%, Maranello verserà a Fca 2,25 miliardi di euro: contribuirà a tagliare l’indebitamento per 715 milioni. Poi toccherà a Wall Street. E Marchionne è convinto che «Ferrari stupirà» ulteriormente: di sicuro, per il 10%, punta a incassare più dei 500-600 milioni indicati come «minimo» dagli analisti, e che porterebbero comunque oltre i 4 miliardi i mezzi freschi su cui Fca potrà contare.
Secca stroncatura, in parallelo, di voci e polemiche sul presunto trasloco «antitasse» da Maranello a Londra : «Non vi è alcun piano o intenzione di trasferire all’estero la residenza fiscale di Ferrari, né alcun progetto di delocalizzare le sue attività italiane, che al regime fiscale italiano continueranno a essere soggette». Nessun cenno alla sede legale. L’ipotesi Amsterdam, per blindare il controllo tricolore di un Cavallino altrimenti a rischio scalata, sul tavolo c’è.