La crescita del Pil nel terzo trimestre c’è stata (+15,9%), ma la cattiva notizia è che è andata meno bene di quello che si prevedeva (Istat aveva stimato un +16,1% in ottobre). E ancora bisogna fare i conti con la seconda ondata del virus e le misure di contenimento decise dopo, motivo per cui la stima dell’Istat di -8,3% del Pil per il 2020 rischia di essere disattesa da una nuova frenata della crescita economica. E anche la stima del governo di un -9% contenuta nella Nadef rischia di diventare troppo ottimistica.
Però, sottolinea l’Istat, la crescita nel terzo trimestre c’è stata: «L’economia italiana registra un consistente recupero dopo la forte contrazione nella prima metà dell’anno» con «la ripresa diffusa a tutti i comparti economici» con effetti sia sui consumi privati (+7,5%), sia sugli investimenti (+5,3%). Confindustria frena gli entusiasmi presentando i dati di novembre della produzione industriale: -2,3%. E già prevede «un contributo negativo dell’industria per il Pil nel quarto trimestre».
Nel terzo trimestre
Il Prodotto interno lordo è cresciuto del 15,9%, ma l’Istat aveva stimato un +16,1%
Per l’Ocse invece il Pil italiano nel 2020 calerà meno di quanto previsto in settembre, -9,1% invece che 10,5%. Ma il 2021 sarà più faticoso con una ripresa dell’economia «lenta e non omogenea e i rischi al ribasso sono significativi»: previsto un +4,3% anziché 5,3%. E nel 2022 si fermerà a +3,2%. Secondo le previsioni dell’istituto, il debito pubblico crescerà quasi fino al 160% nel 2020, per assestarsi al 158,2% nel 2021. In aumento anche la disoccupazione con un tasso all’11% nel 2021. «Per almeno 6-9 mesi convivere con il virus sarà difficile», certifica l’Ocse. Cresce ancora il fabbisogno statale. Il ministero dell’Economia ha reso noti i dati dei primi 11 mesi del 2020: rispetto al 2019 è cresciuto di 104,2 miliardi per un totale di 155,7 miliardi. Un aumento dovuto soprattutto agli interventi previsti dai provvedimenti legislativi per far fronte all’emergenza Covid.