Anche le componenti dei due indici mostrano interessanti progressi. Per i consumatori il clima economico (130,9 da 111,1) è migliorato più decisamente di quello personale (103,7 da 102,2) e quello sulle attese future (116,6 da 107,4) più rapidamente di quello sulla situazione attuale (106,7 da 102,5). Un po’ tutti gli indicatori sulla situazione delle famiglia mostrano passi avanti: i giudizi sulla situazione economica dell’Italia, che pure restano piuttosto negativi (tecnicamente: il saldo ponderato tra ottimisti e pessimisti è sceso a -73 da -101) perché cala il numero di coloro che ritengono la situazione «molto peggiorata»; e quello sulle attese future, perché aumenta la quota di chi intravvede un «leggero miglioramento» e si riduce quella di chi si aspetta un peggioramento. Un po’ di pessimismo in meno si registra anche sul tema della disoccupazione.
Anche il miglioramento del clima per le imprese è frutto di un progresso ad ampio raggio: solo le aziende di costruzioni fanno un passo indietro (a 76,6 da 77,4), tutto legato alla componente della costruzione di edifici, mentre fanno progressi tutte le altre. Le imprese manifatturiere (99,1 da 97,6 di gennaio fanno soprattutto segnare un deciso passo in avanti nella componente dei beni strumentali, per i quali migliorano le attese di produzione e si riduce il pessimismo sugli ordini. Le aziende di servizi (100,4 da 94,9) e quelle del commercio al dettaglio (105,3 da 99,4) sono tornate al di sopra dei livelli medi del 2005, malgrado il passo indietro delle imprese dei servizi turistici, per le quali le attese sull’economia e sugli ordini subiscono un deciso peggioramento.
Complessivamente, il miglioramento del clima è legato in molti casi a un minor pessimismo e non a un maggior ottimismo. Difficile per esempio immaginare un miglioramento a breve del mercato del lavoro. Del tutto diverso nel significato appare allora il balzo dell’indice tedesco di fiducia dei consumatori dell’istituto GfK, salito a febbraio 9,7 da 9,3, contro l’atteso 9,5. In Germania, ha annunciato Destatis, la disoccupazione è calata a gennaio al 4,7%, dal 4,8% di dicembre, che cala al solo 4,4% per le donne. In un anno, in Germania, sono stati creati più di 400mila posti di lavoro.