In calo il fatturato, passato a 439,6 milioni rispetto ai 465,8 ( il 5,6 per cento in meno sullo stesso periodo 2014). Stesso andamento per i ricavi da diffusione che fanno i conti con il quadro negativo dell’intero settore (i quotidiani in generale sono in flessione del 9,4 per cento): 166 milioni rispetto ai 175,8 dello stesso periodo dell’anno scorso.
La Repubblica, comunque, si conferma come il primo quotidiano d’informazione per copie vendute in edicola, abbonamenti e altri canali di legge e secondo dati Audipress – ha una media giornaliera di 2,3 milioni di lettori. I giornali locali del Gruppo hanno una readership giornaliera totale di 2,8 milioni e hanno registrato un calo di diffusioni significativamente meno pronunciato di quello settoriale. Quanto alle edizioni digitali, le tesate hanno registrato 93 mila abbonati medi.
Passando ai ricavi pubblicitari, il bilancio dei nove mesi consegna risultati in calo del 4,4 per cento, ma il quadro va letto tenendo conto di tendenze contrastanti: la stampa riflette l’andamento ancora negativo del mercato, radio e Internet risultano invece in crescita. La prima del 6,1 per cento, Internet del 2,8 grazie anche alla posizione da leader di Repubblica.it con il suo milione e mezzo di utenti unici giornalieri (in distacco del 26 per cento sul secondo sito).
Calano i costi : 6,6 per cento, quindi con una flessione maggiore rispetto a quella dei ricavi. In particolare calano i costi fissi industriali (meno 12,4 per cento) dovuti alla riorganizzazione della struttura produttiva; meno 5,9 per cento nella logistica e distribuzione, meno 2,2 per cento per i costi di gestione e amministrazione. Il margine operativo lordo consolidato è stato pari a 40,9 milioni (41,8 nello stesso periodo 2014); il risultato consolidato è in linea con quello dei primi nove mesi del 2014 (29,9 milioni rispetto ai 30). Nel periodo in questione i dipendenti del gruppo sono passati da 2.310 a 2.216 unità.
Quanto alle prospettive future, il Gruppo prevede che «per il 2015, l’evoluzione del settore resti critica e sostanzialmente analoga a quella del precedente esercizio». La diffusione di quotidiani e periodici registrerebbe un calo in linea con quello del 2014 e anche nel mercato pubblicitario non vi sarebbero segnali di svolta. Tuttavia «l’evoluzione per mezzi risulta meno sfavorevole per il Gruppo, tenuto conto del contenimento del calo della raccolta su stampa e della ripresa della radio». «Da notare il netto vantaggio, rispetto al mercato, su Internet». Per l’intero esercizio, quindi, «si può ragionevolmente ritenere che il Gruppo possa conseguire un risultato netto, anche esclusa la plusvalenza realizzata, in miglioramento rispetto a quello del precedente esercizio ».