Gli effetti sull’azionario non si sono fatti attendere (anche se per la verità la giornata era già iniziata con il piede giusto): Milano ha messo a segno la performance migliore in Europa (+1,17%) sostenuta in modo particolare dai titoli del settore energetico (con il prezzo del petrolio ai massimi del 2015); a seguire Parigi (+0,7%) e Londra (+0,63%), mentre Francoforte ha ceduto quasi tutti i guadagni sul finale (+0,03%). Difficile dire se quest’ultimo movimento sia stato un riflesso di una possibile fuga di notizie sul declassamento che di lì a poco avrebbe colpito il debito della Grecia (da «B-» a «Ccc+» con outlook negativo secondo l’agenzia Standard & Poor’s). Sul tema Atene, peraltro, qualche ora prima Draghi aveva sottolineato di «non prendere nemmeno in considerazione l’ipotesi» di un default, mantenendo al tempo stesso il canale dei finanziamenti di emergenza (Emergency liquidity assistance, Ela) per le banche.
Anche per il reddito fisso è stata una nuova giornata da incorniciare, soprattutto per i titoli tedeschi che hanno registrato nuovi minimi storici: il Bund decennale rende ormai soltanto 10 centesimi e anche la scadenza 8 anni è finita in territorio negativo. Il tutto mentre Draghi ha ribadito di non avere per il momento intenzione di abbassare ulteriormente il tasso sui depositi (-0,20%) che rappresenta il limite al di sotto del quale la Bce non può acquistare. Giù anche i rendimenti italiani, con il BTp decennale a quota 1,24%, due centesimi in meno rispetto al corrispettivo bond spagnolo.
Da segnalare, sempre in tema di obbligazioni, che il Tesoro ha chiuso come previsto con un anticipo di mezza giornata il collocamento del nuovo BTp Italia a 8 anni per gli investitori privati. Finora sono stati raccolti 75.374 contratti con ordini per un controvalore complessivo per quasi 5,4 miliardi: abbastanza per migliorare il bilancio dell’emissione di ottobre e per sfiorare quota 100 miliardi nell’arco complessivo delle otto tranche del bond indicizzato all’inflazione del nostro Paese. Soglia che verrà certamente superata oggi, dato che dalle 9 alle 11 si aprirà la finestra per gli istituzionali sul Mot, il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana.
Nota conclusiva per l’euro, che ha oscillato per l’intera giornata, rafforzandosi leggermente sul finale ben sopra 1,06 dollari. Sul tema cambi, Draghi ha ribadito che non è un obiettivo di politica monetaria, ma riflette le differenti politiche monetarie (e i cicli economici) in atto nei diversi Paesi. Non è da sottovalutare, sotto questo aspetto, il peso che sul biglietto verde potrebbero aver esercitato ieri dati inferiori alle attese sia sulla produzione industriale, sia nella fiducia del settore manifatturiero Usa. Positiva anche Wall Street, in accelerazione dopo la diffusione del rapporto congiunturale «Beige book» della Federal Reserve che ha ricordato come il clima eccezionalmente rigido abbia condizionato una ripresa statunitense che resta «modesta» e «moderata» .