Tutti i segnali indicano che la ripresa dell’Eurozona si sta rafforzando»: lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo intervento al Forum delle banche centrali a Sintra, in Portogallo. Gli indicatori evidenziano che «la crescita sta aumentando, si sta rafforzando ed espandendo a tutte le aree geografiche e a tutti i settori».
Anche l’inflazione è in ripresa. Per questo motivo, e per far sì che la crescita dell’economia diventi «sostenibile e autosufficiente», bisogna persistere nel condurre le linee di politica monetaria seguite finora, così da «aggiustare gradualmente i parametri della nostra politica quando la crescita dell’inflazione si sarà rafforzata in modo da rispondere adeguatamente a ogni eventuale incertezza». I numeri dicono che da gennaio 2015, quando è partito il Qe, il pil dell’Eurozona è migliorato del 3,6% e l’occupazione è aumentata di 4 milioni di unità.
Quanto alla politica monetaria, la parola d’ordine del numero uno dell’Eurotower è prudenza: «Dobbiamo essere graduali nel regolare i parametri della nostra politica. Possiamo essere certi che la nostra politica sta funzionando e che i suoi pieni effetti sull’inflazione gradualmente si materializzeranno, ma per questo la nostra politica deve essere persistente e dobbiamo essere prudenti nel modo in cui adeguiamo i suoi parametri al miglioramento delle condizioni economiche».
Gli analisti hanno valutato favorevolmente le parole di Draghi. Vincenzo Bova, strategist di Mps Capital Services, ritiene che il mercato abbia interpretato il messaggio come una riduzione degli stimoli monetari nel 2018.
Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Valli, economista di Unicredit, che si aspetta un annuncio formale del tapering nella riunione del 7 settembre: secondo l’esperto, la Bce ridurrà il volume di acquisti di titoli da 60 a 40 miliardi di euro nella prima metà del 2018 per poi tagliarlo ulteriormente a 20 mld nel secondo semestre.
Chris Beauchamp, di Ig, evidenzia che Draghi «continua a sostenere che dietro al miglioramento dell’economia dell’Eurozona ci sono le sue politiche», ma gli investitori hanno notato il cambiamento di linguaggio sull’accomodamento necessario per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%, passato da «molto significativo» a «considerevole».