25.10.2012

Draghi supera l’esame Bundestag

  • Il Sole 24 Ore

Davanti a un fuoco di fila di due ore di domande, di fronte a oltre cento deputati del Bundestag, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha difeso ieri con forza le sue scelte per contrastare la crisi dell’eurozona, vivacemente criticate da ampi settori dell’opinione pubblica, della politica, della stampa tedesca e soprattuto della Bundesbank.
Draghi ha insistito soprattutto su quattro punti, particolarmente sentiti in Germania: il nuovo piano Omt per l’acquisto di titoli dei Paesi in difficoltà non costituisce finanziamento dei governi, non compromette l’indipendenza della politica monetaria, non crea rischi eccessivi per i contribuenti e non genera inflazione.
Alla fine, in un breve incontro con la stampa insieme al presidente del Parlamento, Norbert Lammert, il banchiere centrale italiano ha rifiutato di considerare l’incontro come una “missione compiuta”. «Sarebbe troppo ambizioso», ha commentato. La disponibilità di Draghi a incontrare i parlamentari (ufficialmente erano invitati i membri delle commissioni Finanze, Bilancio e Affari europei, di fatto hanno partecipato anche molti altri) è stata molto apprezzata. Lo stesso Lammert lo ha definito un momento importante «per costruire la fiducia» e un deputato ricordava che una discussione così aperta con un banchiere centrale è quasi senza precedenti, anche per quanto riguarda la Bundesbank.
Alla fine di quello che è stato giudicato da diversi partecipanti «un confronto molto civile», molti parlamentari sono rimasti sulle proprie posizioni. Il democristiano Norbert Barthle, molto vicino al cancelliere Angela Merkel, la quale fin dall’inizio ha appoggiato il piano Omt, ha definito Draghi «molto convincente» e «un prussiano dal sud Europa», che da queste parti è un complimento. Ma l’ultrascettico liberale, Frank Schäffler, in continuo contrasto sui temi europei con la maggioranza di governo di cui fa parte, ha detto invece che si tratta di «una colomba sotto le vesti di falco». Qualcuno, come Joachim Poss, dell’opposizione socialdemocratica, ha utilizzato l’incontro per marcare un punto politico: pur rilevando che «era già convinto» della bontà delle argomentazioni di Draghi, ha sostenuto che l’intervento di emergenza della Bce è «il risultato del fallimento politico della gestione della crisi guidata dalla signora Merkel».
I timori di un possibile aumento dell’inflazione, come sempre in Germania, sono stati uno dei tasti più battuti dai membri del Bundestag. «Il messaggio all’opinione pubblica tedesca è che questi timori sono infondati», ha osservato Barthle. Draghi ha spiegato che la Bce ha agito nell’ambito del suo mandato di salvaguardare la stabilità dei prezzi, messo in pericolo dal mancato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Al ribasso dei tassi deciso per contrastare il peggioramento della situazione economica e dell’instabilità finanziaria, non c’era stata una risposta in tutti i Paesi, anche in qualche caso si era verificato un rialzo, a causa delle paure di una rottura dell’unione monetaria. La Bce ha annunciato l’Omt (che non è ancora entrato in azione, in quanto dipende dalla richiesta di un Paese e dall’accordo di questo per accedere al fondo salva-Stati Esm in cambio di un programma di risanamento e riforme) per eliminare queste paure. Draghi ha comunque ricordato che gli interventi «illimitati» sono un segnale agli investitori in questo senso e che la Bce ha tutti gli strumenti per evitare che i suoi acquisti di titoli generino inflazione. La liquidità verrà riassorbita, ha spiegato ai deputati, osservando che l’annuncio dell’Omt non ha provocato alcun aumento delle aspettative d’inflazione sui mercati. Inoltre, ha osservato, il rischio maggiore è semmai in questo momento quello di un calo dei prezzi in alcuni Paesi, non quello di un’esplosione dell’inflazione.
Un’altra preoccupazione diffusa in Germania è che i costi dei salvataggi europei alla fine ricadano sul contribuente tedesco. «Il costo più pesante per la Germania – ha detto Draghi, secondo uno dei presenti – deriverebbe dalla rottura dell’euro. Le perdite potenziali si materializzerebbero. È quindi nell’interesse della Germania, e le costerà di meno, tenere insieme l’unione monetaria».
Nel suo intervento iniziale, Draghi ha parlato di economia debole (come evidenziano i dati sull’area euro e anche sulla Germania diffusi ieri), di ripresa molto graduale l’anno prossimo e di livelli di disoccupazione «deplorevoli». E non ha mancato di sollecitare ancora una volta i Governi a fare la propria parte, continuando sulla «strada giusta» già imboccata, della riduzione dei deficit, del recupero di competitività e di riforme della governance europea.