22.01.2016

Draghi rassicura: nessuna nuova richiesta di capitale sulle banche

  • Il Sole 24 Ore

Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha usato un intervento forte, nella conferenza stampa di ieri, per placare la tempesta che negli ultimi giorni si è scatenata sui mercati azionari a danno dei titoli bancari, soprattutto italiani.
«Non ci saranno né richieste inattese di nuovi accantonamenti contro i crediti deteriorati, né di più capitale» da parte del supervisore, cioè il meccanismo unico di vigilanza che opera sotto l’egida della Bce, ha affermato molto nettamente Draghi. E questo perché la situazione dei bilanci delle banche era stata già chiarita dalla valutazione approfondita compiuta nel 2014 prima che la vigilanza passasse a livello europeo. Ma Draghi ha voluto anche sottolineare che la situazione delle banche italiane, che si sono trovate nel mirino delle vendite, è in linea con la media europea per quanto riguarda gli accantonamenti e che esse hanno anche un alto livello di garanzie e collaterale. «Ci sono buone ragioni perché si torni alla normalità», ha detto, riferendosi alle turbolenze di mercato.
Il questionario inviato alle banche sui crediti deteriorati, e non solo alle banche italiane, ha tenuto a precisare, riguardava la gestione dei crediti deteriorati (Npl, o non-performing loans) con l’intento di confrontare le differenti pratiche nazionali e individuare la migliore. «Non è un’iniziativa che spingerà le banche ad affrontare gli Npl con urgenza», ha concluso. Il presidente della Bce ha spiegato (dopo essersi consultato con Danièle Nouy, che presiede il consiglio di vigilanza e quindi ha la responsabilità primaria del controllo sulle banche) che il supervisore europeo è pienamente consapevole che una soluzione efficace del problema «richiede anni». E ha citato il caso di successo dell’Irlanda, dove è stato affrontato in modo graduale.
La signora Nouy aveva già detto mercoledì, in un intervento in commissione al Parlamento europeo, che il questionario non era il preludio a un’azione né era mirato alle banche italiane. Di queste, sei hanno ricevuto il questionario inviato dalla task force ad hoc creata sugli Npl, a fronte di un numero complessivo di istituti interessati nell’intera eurozona di alcune decine.
Il comportamento dei mercati in questi giorni, ha sostenuto Draghi, riguardo ai titoli bancari è dipeso dalla confusione che si è originata sulla natura del questionario e quello che sarebbe successo in seguito. Un altro fattore, secondo il presidente della Bce, sono le discussioni sulla creazione di una bad bank. Questa, che dovrebbe aiutare appunto lo smaltimento degli Npl, è in gestazione da mesi ed è stata oggetto di un botta e risposta fra Roma e Bruxelles che recentemente si è intensificato e non ha certo contribuito a migliorare la percezione dei mercati.
La Bce fa chiaramente molta attenzione allo stato di salute del sistema finanziario e delle banche e il modo migliore per assicurarla, ha sostenuto Draghi, è far sì che l’economia torni a crescere in modo sostenibile. Il mandato dell’istituto di Francoforte, ha però osservato, è di garantire la stabilità dei prezzi, non la redditività delle banche, o delle compagnie di assicurazione. Una implicita risposta alle critiche di parte tedesca, secondo cui la politica di bassi tassi d’interesse praticata dalla Bce, nel tentativo di far risalire l’inflazione verso l’obiettivo, danneggia i conti delle istituzioni finanziarie.
Quanto alla volatilità dei mercati finanziari, se dovesse persistere, potrebbe generare, secondo Draghi, una restrizione non voluta delle condizioni finanziarie: una ragione in più per rivedere la politica monetaria alla prossima riunione di consiglio ai primi di marzo.
Il presidente della Bce ritiene però che le molte misure intraprese in Europa e a livello internazionale per rafforzare le banche dopo la crisi finanziaria globale abbiano dato buoni risultati. «Le oscillazioni dei mercati finanziari e delle materie prime che stiamo osservando – ha detto – in altre occasioni avrebbero messo a dura prova la solidità del sistema bancario, mentre finora abbiamo visto che resiste piuttosto bene».