12.01.2011

Dividendo ai nuovi soci del Banco

  • Il Sole 24 Ore

di Alessandro Graziani

Il Banco Popolare assegnerà il dividendo relativo al bilancio 2010 anche ai sottoscrittori dell'aumento di capitale da due miliardi che, con ogni probabilità, partirà già lunedì prossimo. L'indiscrezione, non confermata dalle fonti ufficiali, interessa i sottoscrittori (quindi gli azionisti vecchi e nuovi) della ricapitalizzazione che, pur acquistando le azioni con valuta a inizio febbraio 2011, incasseranno a maggio la cedola relativa all'esercizio 2010. Una novità non di poco conto dato che il Banco, attraverso l'imminente aumento di capitale, raddoppierà il numero delle azioni in circolazione e dunque spalmerà su un numero più ampio di titoli il montedividendi previsto.

La decisione sul prezzo delle azioni di nuova emissione sarà presa oggi (ma il board potrebbe restare «aperto» fino a domani) dal consiglio di gestione del Banco Popolare presieduto da Vittorio Coda, se arriverà in tempo il via libera della Consob al prospetto informativo. Decisione che sarà presa su proposta del consigliere delegato Pierfrancesco Saviotti, dopo le dovute consultazioni (in corso in queste ore) con le banche del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca e Merrill Lynch.

Il consiglio del Banco Popolare, previsto inizialmente per ieri, è slittato a oggi proprio in attesa del pronunciamento definitivo sul prospetto da parte della Commissione di Vigilanza sui mercati, che da pochi giorni è presieduta da Giuseppe Vegas.

L'assegnazione del dividendo anche ai nuovi soci è elemento d'attrazione, in particolare, per le Fondazioni che sono candidate a entrare nel capitale e che sono strutturalmente interessate alla cedola da destinare alle erogazioni al territorio.

Tra gli interessati vi è la Fondazione Crt, che probabilmente deciderà l'adesione per 20 milioni (pari allo 0,5% del Banco) in un consiglio da tenersi o il 17 o il 24 gennaio, e la Fondazione CariVerona. Quest'ultima ha dato disponibilità a investire fino a un massimo di 200 milioni (pari al 10% della ricapitalizzazione del Banco e al 5% del capitale post-aumento) se sarà cambiata la normativa che oggi fissa allo 0,5% il tetto al possesso azionario delle popolari. In Parlamento sta per essere depositato un emendamento bipartisan al decreto milleproroghe, che dovrebbe consentire l'ascesa al 5% delle Fondazioni nelle cooperative. Proposta avanzata da parlamentari veronesi e, pare, non condivisa da altri deputati che giudicano l'eventuale deroga di legge come una concessione ad hoc alle esigenze dei veronesi. Con conseguenze tutte da valutare sull'intero sistema.

Se l'aumento del Banco va ormai avanti a prescindere dalle tormentate adesioni delle Fondazioni, qualche turbolenza rimane all'interno della Fondazione CariVerona. A spingere per l'ingresso in forze nel Banco Popolare è soprattutto il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi. Il presidente dell'ente scaligero Paolo Biasi ha convocato i consigli per il 27 e 28 gennaio per decidere sulla sottoscrizione delle azioni del Banco, tenendo conto di eventuali modifiche legislative intervenute nel frattempo e in attesa di capire se il Ministero dell'Economia guidato da Giulio Tremonti (che vigila sugli enti) avrà obiettato o meno al progetto di Cariverona. Per salire al 5% del Banco, l'ente veronese dovrebbe cedere altre partecipazioni. Difficile, come si dice da giorni, che lo smobilizzo riguardi l'1% di UniCredit (ex banca conferitaria) dato che Verona avrebbe una minusvalenza che decurterebbe il patrimonio. Resta da capire se Tremonti si opporrà e darà via libera all'anima veneta (o meglio, a quella «tosiana») della Lega. Come dimostrano le prudenti dichiarazioni del Sindaco leghista di Verona Flavio Tosi. «Non ho ancora nessuna conferma sul successo della riforma – ha detto ieri Tosi –, siamo al lavoro per raccogliere un consenso ampio. Non a caso la proposta parte da Gianni Dal Moro, un deputato del Pd». Fondamentale, per gli esiti dell'operazione, sarà però l'orientamento di Tremonti. «Si tratta di una questione della massima delicatezza – ha commentato Tosi – che coinvolge anche il Tesoro. Penso che il nodo debba essere sciolto da Tremonti. La sua parola pesa». Aggiungendo che la riforma aprirebbe il sistema verso nuove opportunità. «Ad esempio vedrei con favore un intervento di Cariverona anche nella Popolare di Vicenza».