Anno record, il 2018, per gli investimenti in Italia dei fondi di private equity e venture capital: dieci miliardi di euro (9,788), quasi il doppio del 2017. Soldi finiti da 123 operatori a 359 aziende e «si sono mossi entrambi i segmenti di mercato, sia le grandi sia le piccole operazioni», ha detto Anna Gervasoni, direttrice generale dell’Aifi che ieri, in Assolombarda a Milano, ha presentato il consuntivo. Gran parte di questi dieci miliardi (6,4 miliardi in 99 imprese) sono arrivati da fondi internazionali, il resto dall’Italia, più dal pubblico e dalle istituzioni (2,1 miliardi in 47 operazioni) che dal privato (1,2 miliardi in 213 aziende). E tre miliardi sono andati alle infrastrutture. Ha frenato però la raccolta, quasi dimezzata a 3,4 miliardi. In compenso fondi pensione e casse di previdenza, pur mantenendo il divario col resto d’Europa, sono diventati la prima fonte di raccolta con il 24%; seguono gli investitori individuali e i family office, leggi private banking. Cresce il mercato del private debt (un miliardo investito in 142 operazioni, al 78% capitale per lo sviluppo) e quello del venture capital. Nel 2013-2017 il rendimento medio annuo è stato del 16,5% per il private equity e del 5,6% per il private debt, ha detto il presidente dell’Aifi Innocenzo Cipolletta (foto). Che ha apprezzato il miliardo di quest’anno al venture capital (il doppio del 2017 e il quadruplo del 2016) con le iniziative del governo, sollecitato per fermare «i venti di recessione».
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Il Corriere della Sera
12/03/19
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