19.07.2013

Debiti Pa, dote 2014 anticipata

  • Il Sole 24 Ore

Un’accelerazione del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Da realizzare anticipando in autunno, in toto o più probabilmente in parte (almeno 8-10 miliardi), la restituzione alle imprese della seconda tranche da 20 miliardi fin qui prevista per il 2014. Con il risultato di far lievitare anche il gettito Iva e agevolare così l’individuazione della copertura necessaria (oltre 1 miliardo) per prorogare a fine anno lo stop all’aumento “dell’imposta sui consumi” al momento limitato al 1° ottobre. È questo uno degli «impegni» che governo e maggioranza annunciano di voler onorare entro il 31 agosto, insieme a quelli sulla riforma della tassazione dell’Imu con rimodulazione o superamento dell’Imposta, sugli ammortizzatori sociali e sugli esodati, oltre che sull’Iva. Il tutto facendo sostanzialmente leva sulla prossima legge di stabilità.
La road map è stata tracciata al termine di una riunione della cabina di regina durata quasi due ore in cui la fibrillazione politica per gli effetti del “caso kazako” ha fatto da convitato di pietra. Una vertice che, hanno detto alcuni dei partecipanti, si è comunque svolto in un clima costruttivo e di assoluta collaborazione. A Palazzo Chigi insieme ai capigruppo della maggioranza erano presenti il premier Enrico Letta, il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e i ministri dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, degli Affari Regionali e Autonomie, Graziano Delrio. A sottolineare che l’incontro si è svolto senza tensioni è una nota della Presidenza del Consiglio diffusa al termine della cabina di regia: nel corso della riunione «sono emersi forte sostegno politico, unità d’intenti e larga condivisione sull’impostazione, i tempi, il merito dei provvedimenti da attuare in materia di politica economica nei prossimi mesi, in particolare per ciò che attiene alla Legge di Stabilità».
Anche il ministro Saccomanni con un tweet non nasconde la sua soddisfazione: «Apertura, confronto, collaborazione: un nuovo metodo di lavoro che consolida i rapporti tra il governo e la maggioranza».
Proprio il dossier-Saccomanni sull’Imu (si parla di 14 ipotesi) è stato il piatto forte dell’incontro. Per accelerare il più possibile e rispettare la scadenza del 31 agosto per la stesura della riforma è stato deciso di far partire all’inizio della prossima settimana (forse già lunedì) un tavolo tecnico con esperti del ministero dell’Economia e della maggioranza. Che potrebbe essere rappresentata da Renato Brunetta per il Pdl e Matteo Colaninno per il Pd. Ma Pdl e Pd restano ancora distanti sul tipo di riforma di addottare. Si tenta di raggiungere un difficile compromesso su un percorso a tappe (v. Il Sole 24 Ore di ieri): azzeramento della rata di giugno fin qui congelata, fase transitoria con possibile norma ponte per la fine del 2013 (eventuale aumento delle detrazione per l’abitazione principale da 200 a 600 euro) e riforma, probabilmente improntata alla “service tax” (in cui magari inglobare anche la Tares) da far scattare il 2014 attraverso la legge di stabilità.
A sostenere che «non è possibile rinunciare interamente ai 4 miliardi di gettito annuale dell’Imu», è, intervenendo al Tg2, il capogruppo del Pdl alla Camera, Roberto Speranza, che chiede di far pagare la tassa in modo progressivo. Ma Brunetta afferma che nel vertice «nessuno ha parlato di ipotesi-ponte» e ripete che la riforma deve contenere da subito «l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa» e l’alleggerimento per i capannoni industriali, anche se aggiunge di essere disponibile ad approfondire la materia.
Quanto all’Iva resta il nodo copertura. Al momento l’aumento degli acconti Irpef, Ires e Irap per lo stop dell’aumento fino al 31 ottobre sembra confermato, anche se al Senato, dove è all’esame il decreto Iva-lavoro, non si esclude del tutto almeno un intervento per bloccare i ritocchi a Ires e Irap sulle società. Per l’individuazione delle risorse necessarie per prorogare il congelamento a fine anno la soluzione che sembra farsi strada è un mix di tagli semi-lineari ai ministeri e di un “soccorso” dal maggior gettito Iva derivante dall’estensione dell’operazione dei pagamenti dei debiti Pa.