Chiusura negativa per le borse europee, che sono riuscite a limitare i danni risalendo dai minimi di giornata. Pesano i timori di una guerra commerciale globale che potrebbe scatenarsi dopo i dazi americani. Intanto l’Ifo, indice di fiducia delle imprese tedesche, si è attestato in marzo a 114,7 punti rispetto ai 114,8 attesi dal consenso: è una conseguenza dei timori che regnano nel mondo imprenditoriale per le conseguenze delle misure volute dal presidente Usa, Donald Trump. Inoltre l’indice Pmi composito dell’Eurozona preliminare di marzo si è attestato a 55,3 punti, al di sotto dei 57,1 di febbraio e del consenso: la lettura è ai minimi da 14 mesi.A Milano il Ftse Mib ha ceduto l’1,82% a 22.404 punti. Giù anche Francoforte (-1,70%), Parigi (-1,38%) e Londra (-1,23%). In rosso Wall Street, dove il Dow Jones e il Nasdaq perdevano più di un punto percentuale: forti vendite su Facebook (-2,50%) e Twitter (-4%). Lo spread Btp-Bund è salito di 2,5 punti a 135,500.
A Piazza Affari giornata negativa per le banche: Mediobanca -0,95%, Unicredit -1,50%, Intesa Sanpaolo -1,78%, Bper -1,94%, Banco Bpm -1,95%, Ubi B. -2,49%. Pesante Banca Mps (-5,24% a 2,64 euro): l’istituto, replicando a indiscrezioni, ha reso noto che non sono allo studio operazioni di aumento di capitale e che l’attuazione del piano di ristrutturazione procede secondo i tempi previsti. Lettera anche su Creval (-6,69%) e Carige (-2,41%).
Terna ha lasciato sul terreno il 3,71%: un gestore ha spiegato che i numeri del piano industriale sono leggermente più bassi sul fronte dei ricavi, ma migliori del previsto per il dividendo. Sopra la parità Campari (+0,49%) e YNap (+0,05%).
Nel resto del listino in luce B.P.Sondrio (+3,21%), grazie alla decisione della Corte costituzionale che ha bocciato i ricorsi contro la legge che impone la trasformazione in spa: si è riacceso l’appeal speculativo sul titolo. Ben comprate anche Fincantieri (+4,94%), grazie all’upgrade di Banca Akros a buy, e Orsero (+2,36% a 9,10 euro): su quest’ultima Equita sim ha avviato la copertura con rating hold e target price di 11,5 euro.
Nei cambi, chiusura in rialzo per l’euro a 1,2307 dollari. La moneta unica si è invece indebolita rispetto allo yen a 129,65.
Per le materie prime, quotazioni petrolifere in ribasso di circa 50 centesimi, con il Brent sul filo di 69 dollari e il Wti a 64,48. Acquisti sull’oro, che guadagnava 3 dollari a 1.327.