BRUXELLES – La riunione dei ministri dell´Eurogruppo sembra essere riuscita almeno a superare le resistenze di principio dei “falchi” ad accettare i progressi decisi al vertice di Bruxelles. I ministri dell´economia dei diciassette Paesi che formano l´unione monetaria hanno discusso ieri fino a tarda notte sui dettagli tecnici per il finanziamento delle banche spagnole da parte del fondo salva stati e sulle modalità di funzionamento del meccanismo di stabilizzazione che dovrebbe consentire di ridurre lo spread sui titoli italiani e spagnoli.
Non tutti i punti sono stati chiariti. Le decisioni operative non ci sono ancora e sarà sicuramente necessaria una seconda riunione dei ministri il 20 luglio. E c´è addirittura chi ipotizza un nuovo vertice straordinario dei capi di governo cinque giorni dopo. Ma almeno l´Italia, presente con Monti nelle sue vesti di ministro dell´economia, accompagnato dal ministro per gli affari europei Moavero e dal vice ministro per l´economia Grilli, ha ottenuto che le questioni venissero poste sul tavolo e che i rappresentanti dei governi di Olanda e Finlandia facessero marcia indietro rispetto ai veti di qualche giorno fa.
«Bisogna risolvere dalle fondamenta i problemi di Italia e Spagna», ha dichiarato il ministro delle finanze olandese Jean de Jaeger entrando alla riunione. E la sua collega finlandese, Jutta Urpilainen, che aveva addirittura rilasciato un´intervista ipotizzando una uscita della Finlandia dalla moneta unica, ha precisato e chiarito la posizione di Helsinki: «La Finlandia è pienamente impegnata per l´euro. La crisi in Europa è molto preoccupante, e naturalmente tutti vogliono che i tassi d´interesse calino, soprattutto nell´Europa del Sud. Ma uno dei compiti di un governo è prepararsi per diversi scenari perché la situazione è così incerta che nessuno sa che cosa succederà domani».
Su ricapitalizzazione delle banche e scudo anti-spread restano aperte alcune questioni chiave. Quello che riguarda le banche è un problema di tempi, e cioè quanto occorrerà per mettere in piedi l´autorità unica di supervisione affidata alla Bce, che è la condizione per consentire al fondo salva stati di intervenire direttamente senza dover passare per il bilancio del Paese beneficiato. Il francese Moscovici vorrebbe che il sistema fosse operativo «entro l´anno». Ma il tedesco Schauble ritiene che i tempi «non saranno brevi». In effetti sono già emerse divergenze tra la Commissione, che deve presentare la proposta formale, la Bce, che dovrà gestire il nuovo sistema, e l´Eba, la nuova agenzia bancaria europea che finora aveva un ruolo di coordinamento tra le authority bancarie nazionali. Per quanto riguarda la Spagna, dall´Eurogruppo dovrebbe emergere un accordo «politico», che sarà poi concretizzato il 20 luglio, quando si conosceranno le esigenze di ricapitalizzazione di ogni singolo istituto spagnolo. Intanto si sa che l´accordo prevede soglie di capitalizzazione più elevate per le banche che ricevono il prestito, e la creazione di una «bad bank» verso cui far confluire tutti i crediti tossici ora in mano ai vari istituti.
Sul meccanismo anti-spread, il problema chiave resta quello della condizionalità. L´Italia insiste perché l´intervento aiuti i Paesi “virtuosi” che sono in regola con le raccomandazioni della Commissione, senza bisogno di ulteriori impegni da parte loro. Il partito dei rigoristi chiede invece che l´intervento del Fondo sia condizionato a una qualche forma di ulteriore supervisione europea.
Ieri intanto i ministri hanno preso due decisioni importanti. La prima è quella di concedere alla Spagna un anno di tempo in più, dal 2013 al 2014, per riportare il proprio deficit sotto la soglia del tre per cento. La seconda è la proroga fino alla fine dell´anno del mandato al lussemburghese Jean Claude Juncker come presidente dell´Eurogruppo. Per succedergli, il candidato più accreditato resta al momento il tedesco Wolfgang Schauble.
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La Repubblica
10/07/12
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