Da una parte la Corea del Sud, dall’altra la «minaccia in evoluzione» evocata dal Tesoro americano. E così il bitcoin, la criptomoneta più scambiata al mondo, ha toccato ieri i minimi da novembre scendendo sotto i 10 mila dollari, in calo di quasi il 50% dai massimi di dicembre. A provocare l’ondata di vendite, iniziata la settimana scorsa quando il ministro delle Finanze sudcoreano, Kim Dong-yeon, aveva anticipato una stretta sugli scambi, è la possibilità che anche la Cina studi misure restrittive. E che in generale le autorità di regolamentazione valutino un giro di vite alle criptovalute, ritenute un investimento molto volatile e altamente illiquido che mette a rischio i consumatori.
Ipotesi che hanno scatenato le vendite e che hanno riguardato in maniera più lieve anche altre valute digitali. Bitcoin Cash perdeva ieri il 31%, Ethereum il 30%, scambiato a 800 dollari, Litecoin il 29% a 147 dollari. Anche Ripple, la criptovaluta che più ha guadagnato nel 2017, è stata scambiata ieri a 0,9 dollari, con un calo del 31% in 24 ore. La perdita di capitalizzazione di mercato per l’intero settore delle valute digitali è stata valutata oltre 200 miliardi di dollari. La volatilità, del resto, è tipica delle criptomonete ma quello che sta crescendo nelle ultime ore è il timore che vengano presto chiusi i siti di exchange. Esattamente come ha annunciato di voler fare Seul. La Corea del Sud è il secondo Paese al mondo per volume d’affari in criptovalute ma sta proprio valutando il bando totale, come ha annunciato il ministro delle Finanze. E come sta pensando di fare anche la Cina, che ha messo nel mirino siti web e app che offrono servizi simili a piattaforme di scambi. Anche il Tesoro americano ha lanciato l’allarme sulle valute digitali facendo eco ai ripetuti avvertimenti giunti dai Paesi asiatici. E a proposito dei bitcoin si è parlato più e più volte di bolla, soprattutto in questi giorni, considerati i peggiori dal 2015 con 300 miliardi di dollari in valore bruciati dal 13 gennaio.
Anche Bruxelles ieri è intervenuta sul tema: l’Ue ha chiesto con urgenza alle autorità europee di vigilanza finanziaria (Eba, Esma e Eiopa) di aggiornare le proprie comunicazioni e avvertenze ai consumatori a seguito dei recenti sviluppi di mercato e ha ricordato di avere in programma un «piano d’azione imminente sulla tecnologia finanziaria che verrà presentato in primavera». Quel che è certo è che il grande crollo di questi giorni segue il picco enorme del mese di dicembre quando il bitcoin era arrivato a superare i 19 mila dollari.
Corinna De Cesare