25.07.2013

Credito, semplificazioni e fisco: sì alla fiducia sul decreto del fare

  • Il Sole 24 Ore

La Camera conferma la fiducia al governo Letta sul decreto del fare ma l’ostruzionismo di M5S, Sel e Lega, che hanno presentato 251 ordini del giorno per protestare contro la blindatura del Dl, allunga a dismisura i tempi dei lavori in Aula per il voto finale sul provvedimento.
La fiducia ha avuto 427 sì e 167 no, «un segnale molto importante», commenta il premier Enrico Letta. Il decreto, che approderà al Senato, ha subito notevoli modifiche durante l’iter nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, tanto da crescere di circa 30 articoli rispetto agli 86 iniziali: un “omnibus” con misure su imprese, infrastrutture, semplificazioni, giustizia civile, fisco. Non sono mancate le novità dell’ultimissima ora con tanto di polemiche, come la norma che esonera dal tetto agli stipendi dei manager le spa pubbliche non quotate che svolgono servizi di interesse generale, affidando al ministero dell’Economia il compito di fissare i parametri. «La norma sarà cambiata al Senato» assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
Sanato il clamoroso errore sulla liberalizzazione del wi-fi, in commissione sono state modificate le coperture all’intero provvedimento, eliminando i tagli alle tv locali ma introducendo una riduzione di 20 milioni dei fondi per il piano banda larga. «Ci impegniamo a reintegrare il fondo con la legge di stabilità», getta acqua sul fuoco il viceministro alle Comunicazioni Antonio Catricalà. Tra le ipotesi di modifica tramutate in un ordine del giorno (bipartisan) va certamente segnalata la Tobin Tax, la tassazione sulle transazioni finanziarie: l’obiettivo è allargare la platea delle operazioni, riducendo l’aliquota, destinando l’eventuale maggior gettito alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro.
Tra le misure del decreto che va ora all’esame del Senato riveste un ruolo centrale il pacchetto infrastrutture. Oltre al piano sblocca-cantieri, torna l’anticipazione (facoltativa) negli appalti pubblici di lavori, per il 10% dell’importo del contratto. I comuni potranno facilitare interventi di demolizione e ricostruzione con il mutamento della sagoma anche nei centri storici. Per quanto riguarda il credito, invece, da rilevare l’estensione dell’operatività del Fondo di garanzia Pmi anche ai professionisti, ma comunque nei limiti di assorbimento del 5% delle risorse. In materia fiscale, novità sulla fatturazione elettronica: le imprese che dal 2015 la sceglieranno verranno “premiate” con 10 adempimenti in meno.
Diversi i punti del decreto sui quali, anche al Senato, si attendono numerosi emendamenti. Continua ad esempio il pressing delle società energetiche di taglia inferiore per correggere l’estensione della “Robin Tax”. Il percorso del Dl si prospetta dunque ancora accidentato. Tra l’altro non sono mancate polemiche sulla gestione dei lavori alla Camera. Il deputato di Scelta civica Andrea Vecchio ha parlato di «testi delle leggi pure manipolati dai funzionari della Camera», dichiarazione che ha indotto la presidente della Camera Laura Boldrini a una presa di posizione in favore dello staff di Montecitorio.
È in questo clima surriscaldato che ieri in Aula si è andati avanti in nottata nell’esame degli ordini del giorno e si dovrebbe proseguire almeno ancora oggi. Il Pd ha allertato i deputati e secondo le ipotesi più estreme l’effetto dell’ostruzionismo potrebbe essere lo slittamento della data di chiusura delle Camere, attualmente prevista per l’8 agosto. Tra gli obiettivi di M5S, ottenere il rinvio a settembre dell’esame da parte dell’Assemblea del Ddl per le riforme costituzionali con la creazione del Comitato dei 42.