Osserva Emma Marcegaglia, presidente della Luiss:?«Serve lavorare sulla prevenzione, ma anche semplificare e soprattutto cambiare la mentalità. Deve essere chiara la relazione che esiste fra il tasso di corruzione e il danno che ne deriva all’economia». Di più: « Se l’Italia riducesse la corruzione al livello della Spagna, avremmo un tasso di crescita di 0,6 punti percentuali più elevato. Secondo le stime del Centro studi Confindustria- ricorda Emma Marcegaglia – un punto in meno nell’indice Control of corruption é associato a un tasso di crescita annuo del Pil pro capite più alto di 0,8 punti percentuali». Altro requisito di garanzia contro la corruzione è la trasparenza di atti e procedure. Per il ministro Madia serve «una legislazione più semplice» perchè c’è «un eccesso di procedure e di forme che non hanno dato la giusta importanza alla sostanza e che rischiano di vessare con le formalità le amministrazioni oneste e a costruire opacità per le amministrazione che continuano invece a fare illeciti». Aggiunge Piero Fassino:?«Occorre una verifica sull’estensione dei controlli concessa agli organi giurisdizionali e c’è un punto limite quando l’esercizio del controllo preventivo rischia di tradursi in un controllo di merito e di diventare così discrezionale». Il protagonista dell’incontro è Raffaele Cantone, che osserva:?«Renzi ha detto che rafforzerà i poteri dell’autorità Anticorruzione: crediamo sia persona di parola e che manterrà questa promessa». Tra i settori dove serve un rinforzo, quello sulle «gare in cui emergono illegalità» ma anche quello sanzionatorio: «L’autorità può segnalare la mancata pubblicazione di dati da parte degli enti ma poi non può sanzionare gli inadempienti». Cantone poi sottolinea che serve sì la prevenzione, ma anche un sistema di regole esemplari: «A chi è stato condannato per fatti di corruzione – ha detto il presidente dellAnac- io credo sarebbe opportuno precludere cariche pubbliche». E sugli appalti «la scelta del governo e del parlamento di votare al più presto una semplificazione del codice è fondamentale»: il presidente dell’Anac auspica che «le commissioni di gara siano stabilite sulla base di un albo nazionale ed estratte a sorte».
Sullo sfondo resta quel «cambio di rotta culturale» auspicato da tutti che costituisce la vera svolta per abbattere la diffusione di corrotti e corruttori. Rileva Antonello Montante:?«L’impegno di Confindustria sul fronte della lotta all’illegalità e alla corruzione non è di oggi e prosegue ogni giorno con grande determinazione anche grazie alla collaborazione forte e decisa, sulla quale noi abbiamo scommesso per primi, tra istituzioni delegate, imprese, sindacati e politica sana. Serve il lavoro di tutti nell’interesse del Paese e degli onesti». In questo scenario «rilancio l’idea di un’ora di legalità obbligatoria nelle scuole elementari» dice Montante: «Lo abbiamo chiesto alla politica, proprio insieme a Emma Marcegaglia, allora presidente di Confindustria, qualche anno, fa dall’aula bunker di Palermo alla cerimonia in ricordo di Giovanni Falcone. La rilancio oggi con forza: alla politica la sfida di raccoglierla». Cominciare a insegnare il rispetto della legge e della legalità fin dalle scuole, dai più piccoli, dunque: un’azione sostenuta da Montante e ripetuta a più riprese da Paola Severino, che a proposito della legge anticorruzione ha concluso:?«Una norma nuova è come un bambino. Deve crescere, per rafforzarsi e affermarsi; va alimentata. sostenuta e incoraggiata».