L’attesa stangata sulle bollette dei consumatori in tutela non ci sarà. Almeno per ora. L’Autorità per l’energia (Arera), nell’aggiornamento trimestrale diffuso ieri, il primo dopo la nomina al vertice di Stefano Besseghini, ha infatti attivato al massimo lo “scudo” di cui dispone congelando il rialzo degli oneri generali di sistema. Quest’ultima misura sarebbe dovuta scattare per recuperare il gettito perduto dopo la decisione di fine giugno quando, anche in quel caso, a fronte dei rincari dei prezzi delle materie prime, l’Authority era intervenuta rimodulando gli oneri per attutire l’impatto.
Gli aumenti, dunque, ci saranno, ma molto attenuati. Per l’energia elettrica, dal prossimo 1° ottobre la spesa per la famiglia tipo in tutela registrerà un incremento del 7,6% (+1,5 centesimi di euro per kilowattora), mentre nel gas l’aggravio, rispetto all’esborso del terzo trimestre, sarà del 6,1% (+4,78 centesimi per metro cubo standard). Calcolato sull’anno, l’esborso per l’elettricità sarà di 552 euro con una variazione del 6,1% rispetto al 2017. In pratica, un aumento complessivo di circa 32 euro. Quanto alla bolletta gas, la spesa annua della famiglia tipo si attesterà a 1096 euro, con un incremento del 5,9% sull’anno scorso, corrispondente a circa 61 euro. Con la manovra di ieri, il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non, sarà di un miliardo di euro circa, a beneficio sia del mercato tutelato che di quello libero.
Celestina Dominelli