31.07.2014

Cdp Reti, il 35% ai cinesi di State Grid

  • Il Sole 24 Ore

Oggi sarà lo stesso premier Matteo Renzi a benedire l’accordo tra Cdp e State Grid Corporation of China per l’ingresso di quest’ultima in Cdp Reti, il veicolo che già contiene il 30% di Snam e che, prima del closing, accoglierà anche il 29,85% di Terna. Intanto ieri è arrivato il disco verde all’intesa dal board della spa di Via Goito. I dettagli della partita chiusa da Cassa, affiancata dall’advisor Lazard, sono quelli anticipati da Il Sole 24 Ore: i cinesi acquisiranno un pacchetto del 35% con un esborso di 2,1 miliardi di euro (che include un premio del 10% sul valore di mercato delle due società), mentre il restante 14% finirà nelle mani di investitori istituzionali italiani, con le Fondazioni bancarie in prima fila (il maggiore interesse, secondo alcuni rumors, sarebbe stato manifestato da alcuni “big”, come Fondazione Cariplo) insieme a fondi pensione e casse di previdenza. I futuri azionisti, però, non avranno lo stesso trattamento perché i soci italiani non beneficeranno di diritti di governance. I cinesi, invece, potranno nominare due amministratori su cinque nel cda di Cdp Reti e un membro nei board di Snam e Terna (è previsto anche uno nel collegio sindacale a tre del veicolo).
Il colosso energetico di Pechino avrà poi un diritto di veto su alcuni temi sia in cda che nell’assemblea dei soci. Quali? In particolare, il paletto riguarderebbe operazioni straordinarie di altissimo livello, come un’eventuale cessione della società o delle quote. Rispetto a quest’ultimo fronte, è stato fissato un lock up di due anni dal closing: al suo scadere, ci sarà un diritto di prelazione dell’altro socio su un eventuale trasferimento della partecipazione. Inoltre, i cinesi potranno proporre il nominativo di uno o due candidati che concorrano alla gestione operativa della società, ma «la decisione finale in merito, spetterà, in ogni caso, all’organo competente di Cdp Reti», chiarisce la nota diffusa ieri dalla spa guidata da Giovanni Gorno Tempini.
Come anticipato da questo giornale, poi, l’operazione viaggerà di pari passo con la concessione di un finanziamento a Cdp Reti per 1,5 miliardi di euro (garantito per il 45% dalla stessa Cassa e per il 55% da un pool di banche, tra cui figurano UniCredit, Société Générale, Intesa Sanpaolo e Mediobanca) e imperniato su due binari: un finanziamento da 1 miliardo a un anno che dovrebbe essere rimborsato attraverso un’emissione obbligazionaria da collocare subito dopo l’estate e una linea da 500 milioni a 5 anni. Il finanziamento, supportato per la parte legale da Allen & Overy, sarà allegato all’accordo di compravendita ed erogato al closing.
Ieri poi dal cda di Cassa presieduto dal presidente Franco Bassanini è arrivata la nomina del nuovo dg Andrea Novelli, già cfo del gruppo. La designazione diventerà efficace solo quando sarà avvenuto l’avvicendamento per la poltrona di responsabile finanziario, prevista a stretto giro. Via libera inoltre ai risultati dei primi sei mesi nel corso dei quali la capogruppo Cdp ha mobilitato e gestito risorse per 4,5 miliardi di euro, in crescita di 0,5 miliardi rispetto al primo semestre 2013, grazie all’aumento dei finanziamenti concessi a sostegno delle imprese, del mercato immobiliare e del settore infrastrutturale. L’utile netto di pertinenza della capogruppo si è poi attestato a 964 milioni, in calo del 31% rispetto allo scorso anno per via dell’andamento del margine di interesse. Che, si legge nella nota di ieri, è stato pari a 714 milioni, in diminuzione del 53% per effetto della riduzione dei tassi d’interesse e per il nuovo meccanismo di remunerazione della liquidità depositata presso il ministero dell’Economia. In crescita, poi, la raccolta postale, a 245 miliardi di euro (+1%), con la raccolta complessiva a 319 miliardi (+9%). In rialzo del 2% anche il patrimonio netto, a quota 18,5 miliardi di euro.