02.09.2015

Casa, Bruxelles fredda sul taglio delle tasse

  • Il Corriere della Sera
Bruxelles insiste con la raccomandazione di trasferire il carico fiscale dalle persone al patrimonio. La direzione inversa a quella adottata dal governo Renzi, con l’annuncio dell’eliminazione delle tasse sulla prima casa. I dubbi in seno alla Ue ieri sono affiorati in maniera informale e sotto forma di indiscrezioni di fonti anonime. «Abbiamo letto i recenti annunci sulle tasse in Italia, ma non avendo dettagli sui piani possiamo fare commenti. Però – prosegue la fonte – è ben noto che il Consiglio ha raccomandato che l’Italia sposti sugli immobili e i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali». Un’uscita dietro l’anonimato che ha innescato la secca replica del governo per bocca di Sandro Gozi. Il sottosegretario agli Affari europei è più netto del solito: «Il governo italiano presieduto da Matteo Renzi ha tutta l’autorevolezza e la credibilità in Europa per proseguire in piena autonomia il percorso riformatore». Una specifica per ribadire prima di tutto che l’Italia non è sotto alcuna tutela, né mai accetterebbe di esserlo. Tanto da spingere Gozi ad aggiungere che spetta a Roma, «decidere la riforma del fisco e il taglio delle tasse che, è evidente a tutti, sono molto anzi troppo alte». 
Nessun tentennamento, insomma, ma la conferma che la fiscalità che orbita intorno alla prima casa resta uno dei cardini su cui poggia il piano dei tagli di Renzi. Le perplessità di alcuni ambienti europei, del resto, non sono un mistero. Così le misure illustrare dal premier italiano incontrano più di uno scettico a Bruxelles. Oltre all’eliminazione della Tasi sulla prima casa nel 2016 anche l’invocata flessibilità per centrare gli obiettivi di sviluppo e risanamento viene vista con qualche sospetto.
Agli occhi di chi sostiene l’obbligo di tenere i conti sotto controllo l’Italia ha già ottenuto una serie di concessioni sul fronte della flessibilità. Ora è il momento, secondo i rigoristi, di proseguire il percorso di riforme. Un ragionamento che Gozi boccia per intero. «Le fonti anonime di Bruxelles, di cui leggiamo su alcune agenzie, si commentano da sole già per il fatto che restano anonime. E forse dovrebbero con maggiore impegno affrontare il dramma delle morti nel Mediterraneo e dei treni carichi di migranti». Il sottosegretario sottolinea, «molto abbiamo già fatto (dal Jobs act alla riforma della pubblica amministrazione, dall’alleggerimento del carico fiscale per le imprese al sostegno dei redditi più bassi dei lavoratori). Ma non ci accontentiamo né ci sediamo sugli allori dei primi risultati già ottenuti».
Proprio il tema dell’immigrazione, evocato da Gozi come una delle emergenze a cui mettere mano, sembra avere avvicinare le posizioni tedesche a quelle italiane. Le recenti dichiarazioni di Angela Merkel per confermare la necessità di dare un aiuto all’Italia e l’appello agli altri Paesi europei ad accogliere “in modo equo” i rifugiati, testimoniano, secondo Gozi, che la Germania «è dalla nostra parte». La conclusione del sottosegretario agli Affari Europei è che l’Italia andrà «ancora con più determinazione» al vertice straordinario dell’Unione europea, in programma il prossimo 14 settembre sull’emergenza migranti.