Paolo Fiorentino, ad di Banca Carige da un mese, corre verso il rafforzamento urgente imposto dalla Bce e tradotto in almeno 700 milioni dal cda, di cui 500 milioni da chiedere ai soci entro l’anno.
Ma l’autunno svelerà anche il nuovo piano industriale, che secondo fonti sindacali s’annuncia «di lacrime e sangue». In un incontro con i rappresentanti dei 5 mila bancari Carige, giorni fa, l’ex direttore operativo di Unicredit ha prospettato altri esuberi, rispetto ai 755 nei piani al 2020 del vecchio ad Guido Bastianini. Un centinaio in più, forse 150, così da portare gli uscenti oltre quota 900. Di questi, alcuni potrebbero essere semplici ricollocamenti in altri gruppi: per esempio i circa 50 operatori di Creditis (la controllata nei crediti al consumo) o chi lavora nella piattaforma di gestione sofferenze, che l’ad stima di vendere. Ma anche tale ipotesi inquieta i sindacati, perché spesso “esternalizzare” implica la riduzione delle tutele per chi viene “venduto”.
Andrea Greco