Nuove uscite dal board di Carige, la banca ligure con un consistente aumento di capitale in agenda. I consiglieri Claudio Calabi, presidente del comitato esecutivo, Alberto Mocchi e Maurizia Squinzi hanno rassegnato le dimissioni con effetto immediato, «motivando la propria decisione — si legge in una nota della banca — alla luce della mancata condivisione delle motivazioni e delle modalità che hanno condotto il consiglio di amministrazione ad approvare la sfiducia all’amministratore delegato Guido Bastianini». Sfiducia arrivata venerdì e voluta dal primo azionista Vittorio Malacalza.
Calabi e Mocchi erano entrati nel board nella lista dell’azionista Gabriele Volpi, mentre Squinzi era stata indicata proprio da Malacalza. I tre nella riunione di venerdì scorso avevano votato contro la sfiducia a Bastianini. Con l’uscita di Calabi, Mocchi e Squinzi, sale a cinque il numero dei consiglieri dimissionari da sostituire sui quindici totali che formano il consiglio. I tre vanno infatti ad aggiungersi a Elisabetta Rubini e Paola Girdinio (entrambe entrate in consiglio nella lista Malacalza).
Intanto prosegue la ricerca di un nuovo amministratore delegato. «Arriverà a giorni. Comunque prima della fine del mese», ha detto il presidente Giuseppe Tesauro, che ha poi aggiunto: nell’istituto «siamo tutti tranquilli» sul futuro, i tempi dati alla Banca centrale europea per l’aumento di capitale e la cessione dei crediti deteriorati «saranno rispettati». «Noi siamo in contatto con la Bce e faremo tutto d’amore e d’accordo», ha detto il presidente di Carige, che sui crediti deteriorati ha evidenziato: «Una fetta di ”non performing loans” l’abbiamo già licenziata, per l’altra non ci vorrà molto tempo». Nelle ultime ore ha poi preso corpo l’ipotesi di incarico a Gabriele Delmonte — chief lending officer del gruppo — come direttore generale di Carige. Oggi è previsto un consiglio della banca, dove dovrebbe arrivare proprio la nomina del nuovo direttore generale. In Borsa, ieri, nuovo calo: -3,34% a 21,4 centesimi.
Giovanni Stringa