11.10.2018

Carige, Fitch: il fallimento è realistico La banca: uno scenario che non esiste

  • Il Corriere della Sera

Nel giorno della missione dei vertici di Banca Carige a Francoforte per parlare con la Bce dei piani per la ricostituzione del capitale della banca, l’agenzia di rating Fitch annuncia a sorpresa la bocciatura — il declassamento a «CCC+» — del rating dell’istituto ligure e pronuncia la parola più temuta: «Il fallimento della banca è una possibilità reale dal momento che crediamo che sarà impegnativo per l’istituto rafforzare il capitale». Immediata la reazione della banca presieduta da Pietro Modiano e guidata da Fabio Innocenzi, rientrati nella giornata di ieri dal vertice alla Vigilanza: «Nelle interlocuzioni con i regulators non è mai stato espresso alcun riferimento a una eventuale possibilità di fallimento».

Insomma, un corto circuito informativo, in cui a farne le spese rischiano di essere ancora di più gli azionisti, anche a causa della corsa dello spread e dell’andamento generale del mercato. Il titolo Carige ha perso nell’ultimo mese più del 40% e oggi la banca vale appena 272 milioni di euro, nonostante un aumento di capitale da 550 milioni di fine 2017, e ieri ha segnato un altro -5,77%. Oggi la banca affronta un Consiglio di amministrazione nel quale dovrebbero essere fissate le tempistiche del rafforzamento patrimoniale chiesto dalla Bce, che deve arrivare entro novembre per essere realizzato entro la fine dell’anno. Non ci sono stati margini in più concessi ai nuovi vertici eletti appena lo scorso settembre. Al contrario, come ha precisato la nota di risposta a Fitch, l’incontro in Bce «è stato costruttivo in ottica di percorso per il rispetto dei requisiti» sul capitale «e si sono analizzate le prospettive future anche in vista della valutazione di possibili alleanze».

La banca ha avuto buon gioco nel respingere i giudizi dell’agenzia di rating — contro il cui operato «si riserva valutazioni» — perché la Bce non contesta il patrimonio di base, il Cet1, «è in linea con i requisiti previsti dalla vigilanza», ma il total capital ratio, che è al 12% e invece dovrebbe essere al 13,125%. Inoltre Fitch contesta l’incertezza sulla governance, che invece per la banca è ormai definita dato che in assemblea si è fissato un nuovo assetto e una maggioranza chiara nel board.

Per colmare il divario patrimoniale è in programma l’emissione di un bond, da circa 200 milioni di euro, per il quale l’azionista di maggioranza al 27,5%, la Malacalza Investimenti srl dell’omonima famiglia genovese, ha già fatto sapere di essere pronto a impegnarsi. La soluzione potrebbe essere quella di sottoscrivere eventualmente l’intera emissione. Dal punto di vista tecnico si starebbe ancora discutendo se emettere un subordinato o un convertibile e anche del prezzo, cioè degli interessi, da riconoscere ai sottoscrittori, a causa dello spread andato oltre quota 300 punti. Se ci fosse una finestra di mercato favorevole — spiegano da Genova — si potrebbero spuntare tassi più bassi; altrimenti bisognerà pagare di più gli investitori. In ogni caso c’è Malacalza, pronto a mettere altri soldi indipendentemente dalle condizioni di mercato.

Insomma a Genova ritengono che Fitch sia arrivata tardi — Moody’s aveva downgradato la banca ad agosto, in piena incertezza sul futuro della governance — e che bocci il rating solo sulla base di valutazioni di tipo macro. L’agenzia Usa invece sottolinea proprio che l’emissione del bond «è da considerare difficile alla luce delle mutate condizioni di mercato per le banche italiane» e che Malacalza «non ha espresso un deciso impegno a sottoscrivere l’intero prestito obbligazionario». Fitch punta il dito anche sul debole profilo di Carige nell’attuale scenario stand alone nonché sulla redditività alla luce degli elevati livelli di prestiti problematici. Secondo Fitch le inadempienze probabili (Utp) verranno deconsolidate entro l’anno (il piano puntava a cessione per 400 milioni), mentre la cartolarizzazione di npl per 1 miliardo «potrebbe essere messa in dubbio alla luce delle mutate condizioni di mercato».