Pesanti e generalizzate vendite nella mattina e “rimbalzo” nel pomeriggio. Questo è stato il copione anche per le Borse che nella prima parte della seduta sono state bersagliate dalle vendite (il paniere continentale Stoxx600 è arrivato a perdere oltre l’1,5%) salvo recuperare terreno nel pomeriggio chiudendo gli scambi in territorio positivo con Milano in rialzo dello 0,8%, Madrid dello 0,15%, Francoforte dello 0,51% con Parigi, unica eccezione, in ribasso dello 0,29 per cento. L’inversione di rotta è stata innescata dalle dichiarazioni ottimistiche del ministro delle finanze francese Michel Sapin e del suo omologo greco Varoufakis sulla possibilità di trovare una quadra nelle trattative tra Atene e i suoi creditori. Se non all’Eurogruppo di lunedì nei giorni immediatamente successivi.
La storia della crisi greca è stata da sempre costellata da dichiarazioni di politici e banchieri che hanno impattato in maniera diversa l’andamento dei mercati. Le parole dei due ministri non scacciano i timori e le incertezze su una partita tutt’altro che semplice da portare a casa. Ma i mercati le hanno usate come pretesto per tornare a comprare. Un pretesto appunto. Non una motivazione fondante. Perché, ad esempio, non spiega l’andamento del Bund e dell’euro. Quando il rischio Grecia sale il tasso del Bund (titolo rifugio per eccellenza) sale mentre l’euro si deprezza. Ieri i rendimenti tedeschi si sono mossi in maniera opposta rispetto al solito copione e così l’euro che in mattinata ha viaggiato oltre 1,13 dollari salvo ripiegare nel finale di seduta. Questo andamento apparentemente contraddittorio di bond e valute in realtà ha una sua spiegazione squisitamente tecnica. Ciò a cui stiamo assistendo in queste settimane è una brusca chiusura di posizioni che il mercato aveva costruito (in massa) nella prima parte dell’anno sulla spinta del Quantitative easing della Bce: al rialzo su bond e azioni, al ribasso sull’euro. Questo “trade” ha registrato una violenta inversione di tendenza da qualche settimana. Per buona parte delle ultime sedute il mercato si è mosso in direzione diametralmente opposta rispetto a quanto fatto nel primo trimestre. Salvo poi, come accaduto ieri, “rimbalzare” sulla scia di segnali positivi sul tema più di attualità (la crisi greca). Cogliere segnali di svolta è tuttavia prematuro e oggi più che mai sui mercati si vive alla giornata.