L’investimento parziale in Bpm è per Mincione la conferma della «fiducia nelle potenzialità della banca», ha spiegato in una nota. Tuttavia «vista la situazione di stallo in cui si trova la riforma della governance della banca riteniamo inopportuno investire ulteriori risorse», ha precisato Massimo Catizone, ceo della Sicav di Mincione. «Mi auguro che l’ingresso di Blackrock tra gli azionisti possa fornire uno stimolo concreto e forte all’adozione della tanto auspicata riforma societaria».
Il riferimento è alla bocciatura di aprile in assemblea della proposta di cambiare lo statuto riequilibrando i poteri tra consiglio di sorveglianza e di gestione. Mincione ce l’ha anche con la Investindustrial di Andrea Bonomi, che ha dismesso subito dopo il rinnovo dei consigli l’intero suo 8,6% di Bpm, ma è riuscito comunque a piazzare i suoi uomini nel consiglio. «I meccanismi di rappresentanza del capitale nella gestione», scrive Mincione, «permettono a soggetti che hanno dismesso da tempo la propria partecipazione nella banca di mantenere una rappresentanza negli organi di governo della stessa». Questo «potrebbe presto diventare un ostacolo insormontabile alla crescita futura della banca».
Nei giorni scorsi Castagna aveva spiegato che il rinnovamento della governance con l’apertura al capitale è rinviata alla prossima assemblea di bilancio. L’obiettivo immediato è piuttosto la rimozione degli «add on», le riserve maggiori di capitale imposte dalla Banca d’Italia, che da sole valgono 750 milioni di euro di patrimonio, più dell’aumento stesso. La Borsa ci crede e, complice l’effetto elezioni, ha visto il titolo volare del 7,15% a 0,644 euro.