MILANO La risposta della Bce al nuovo piano — inviato lunedì — per la fusione Bpm-Banco Popolare è arrivata ieri. E ha richiesto un supplemento di lavoro ai banchieri Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti e agli advisor Lazard e Citi (per Bpm) e Mediobanca, Merrill Lynch e Colombo & associati (per il Banco), per una risposta che è già stata inviata ieri sera. Per rispettare appieno le condizioni della Vigilanza Bce (Ssm) sarebbero stati inseriti last minute nel progetto di fusione l’eliminazione fin da subito del tetto al 5% al diritto di voto, lo snellimento della governance sulle maggioranza assembleare e alcuni dettagli sulle svalutazioni dei non performing loans per portarli entro la media di sistema. Ora manca solo l’ok di Francoforte, atteso già per oggi.
Lo schema finale — che sarà discusso oggi dal board del Banco e dai consigli di sorveglianza e di gestione di Bpm — dovrebbe prevedere una fusione sostanzialmente alla pari, sede a Milano e Verona, nessun tetto al 5% fin da subito (dunque senza neanche i 2 anni previsti dalla legge Renzi sulle Popolari). La Bce avrebbe accettato l’idea di una Bpm spa autonoma per 3 anni sotto la nuova banca: Francoforte ha escluso la concessione di nuove licenze bancarie ma si farà ricorso a quella esistente di Popolare di Mantova, già del gruppo Bpm.
L’intervento del governo a favore della fusione nel rispetto delle condizioni della Bce e l’azione diplomatica svolta successivamente avrebbero raggiunto così l’obiettivo di non far naufragare l’operazione. Confermata la stretta sul capitale: il Banco dovrà realizzare «capital action» per circa 1 miliardo, con un mix di interventi compreso un collocamento di azioni riservato a investitori istituzionali (come le fondazioni Cariverona e Cr Lucca). Per favorire il dialogo con le autorità è intervenuto direttamente il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel. E per questo Piazzetta Cuccia dovrebbe avere un ruolo nei rafforzamenti patrimoniali.
Proprio ieri mattina la presidente dello Ssm, Danièle Nouy, rispondendo al Parlamento Ue a una domanda sulla fusione aveva detto di essere «piuttosto fiduciosa sul fatto che le richieste della Bce siano state comprese». Lo Ssm sta «lavorando alacremente con i colleghi italiani perché vi siano adeguati paletti, non più del necessario, ma neanche meno», affinché la nuova banca «sia forte fin dall’inizio e in una situazione paragonabile a quella delle sue concorrenti in Italia». Il rigore Bce si spiega con il fatto che «è un’operazione molto importante e deve essere un successo perché magari sarà l’inizio di una serie».
Fabrizio Massaro