Seduta a due velocità per le borse europee, con piazza Affari che ha chiuso sotto la parità. Gli investitori sono rimasti concentrati sull’aumento dei rendimenti obbligazionari. Il Ftse Mib ha ceduto lo 0,30% a 22.939 punti. Hanno prevalso le vendite anche a Francoforte (-0,61%), mentre Parigi e Londra hanno entrambe guadagnato lo 0,21%. A New York il Dow Jones e il Nasdaq viaggiavano in calo rispettivamente dello 0,54 e del 2,43%, con il listino tecnologico ancora in affanno. In particolare, Tesla lasciava sul terreno oltre cinque punti percentuali.
I titoli di Stato dell’Eurozona hanno archiviato la giornata con rendimenti in lieve rialzo, in una sessione volatile, dopo che lunedì i tassi erano scesi grazie all’intervento del presidente della Bce, Christine Lagarde. Gli esperti di Mps Capital Services notano che le sue parole «segnalerebbero che i tassi nominali hanno raggiunto livelli poco graditi alle autorità monetarie». Ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha detto che l’inflazione non rappresenta in questo momento una fonte di preoccupazione per l’economia, rassicurando gli investitori. Il rendimento del decennale tedesco è salito a -0,32%, mentre lo spread Btp-Bund si è allargato di 2 punti a 96,500.
A Milano sotto i riflettori Atlantia (+3,17%, articolo a lato). Fra i bancari in progresso Unicredit (+2,15%), Intesa Sanpaolo (+0,57%) e Banco Bpm (+0,05%), mentre hanno perso terreno Bper (-0,03%) e Mediobanca (-0,49%).
Su Eni (+0,73% a 9,42 euro) sono arrivati altri incrementi di prezzo obiettivo dopo i conti 2020 e l’aggiornamento del piano industriale. Pesanti, invece, Amplifon (-4,61%), Diasorin (-2,80%), Saipem (-2,69%) e Tinexta (-3,49%).
Nei cambi, l’euro è salito sul dollaro a 1,2143.
Battuta d’arresto per il bitcoin, che è sceso nuovamente sotto 50 mila dollari a 46.894 con la capitalizzazione tornata sotto 1.000 miliardi. Si interrompe così, almeno per il momento, un rally che aveva portato la più celebre delle criptovalute a superare quota 58 mila, con un incremento del 66% da inizio anno. A penalizzare l’andamento della moneta elettronica sono state le parole del segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, che ha sottolineato la necessità di esercitare una maggiore regolamentazione sulle criptovalute, considerate un asset «inefficiente nel condurre transazioni e altamente speculativo». Secondo molti politici americani, tra le ragioni della debolezza della moneta virtuale c’è la sua forte volatilità, che finora non ha permesso un utilizzo diffuso come strumento di pagamento.