di Stefania Tamburello
ROMA — Prima la schiarita poi di nuovo le nuvole: i mercati reagiscono così alle attese, e alle difficoltà, del nuovo governo a guida Mario Monti. L'aria di tempesta, quella che si è abbattuta sull'Italia mercoledì scorso prima dell'annuncio delle dimissioni dell'esecutivo di Silvio Berlusconi, è rimasta comunque lontana. I rendimenti dei Btp decennali che in mattinata erano calati fino a 6,3%, sono risaliti in chiusura al 6,7% e lo spread con i Bund tedeschi di uguale durata che si era ristretto fino a 446 punti base è tornato ad ampliarsi fino a sfiorare i 500 punti, chiudendo a 492. Piazza Affari ne ha risentito e dopo un avvio in rialzo è arretrata anche a causa dei dati negativi della produzione industriale diffusi da Eurostat per poi chiudere in perdita dell'1,99%. In negativo anche tutte le altre piazze europee appesantite dal prolungarsi delle crisi dei debiti sovrani e dalla inefficacia delle cure di Bruxelles: Parigi cede l'1,28%, Francoforte l'1,19, Londra lo 0,47% e Madrid il 2,15%.
Sull'andamento della giornata ha influito anche il risultato dell'asta dei Btp a 5 anni, offerti nell'importo massimo previsto di 3 miliardi: una quantità comunque limitata che è stata tutta assegnata senza problemi ma a tassi in forte salita. Il rendimento lordo a 6,29% è di quasi un punto superiore a quello di un mese fa ed è la punta più alta da 14 anni a questa parte. Eppure il risultato non è stato considerato troppo preoccupante dagli esperti. Perché i rendimenti — come spiegano fonti della Banca d'Italia che cura per il Tesoro le aste dei titoli pubblici — anche se alti sono stati pur sempre inferiori a quelli espressi dal mercato secondario immediatamente prima del collocamento, oltre che molto più bassi di quelli, massimi (7,50%), registrati alla chiusura del mercoledì supernero. Ulteriore fatto positivo, fanno ancora sapere gli esperti di Palazzo Koch, è che, pure in condizioni di mercato particolarmente difficili, una quota elevata del collocamento sia stata aggiudicata a specialisti esteri. Durante la mattinata gli operatori hanno segnalato l'intervento su Italia e Spagna della Bce, che comunque la scorsa settimana ha ridotto gli acquisti di titoli dell'eurozona a 4,48 dai 9,5 miliardi della settimana precedente. E il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha rimarcato che tali misure «devono giungere al termine». La temporaneità del programma di acquisti dei titoli dei Paesi in difficoltà è un dato acquisito all'Eurotower, non è una novità, lo ha detto più volte anche il suo presidente Mario Draghi, ma ieri sono tornati a ribadirlo in tre, fuori e dentro la Banca. Weidmann, il banchiere centrale olandese Klaas Knot (il sostegno della Bce all'Italia «è temporaneo e soggetto a condizioni») e il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble secondo il quale il finanziamento del debito pubblico dei Paesi in difficoltà attraverso la banca centrale europea non ione del governo proprio guardando a Borsa e Btp. «Sono sicuro — ha detto ieri — che i mercati avranno pazienza temperata con la razionalità».