La vendita di Borsa Italiana è alle battute finali. È attesa per oggi l’offerta vincolante di Euronext, Cdp Equity e Intesa Sanpaolo al London Stock Exchange per l’acquisto di Borsa Italiana e Mts.
Le discussioni tra la Borsa di Londra e la cordata franco-italiana hanno avuto un’accelerazione rispetto a quanto era stato ipotizzato all’annuncio dell’avvio delle trattative esclusive che risalgono al 18 settembre scorso. Nella giornata di ieri si sono tenuti i Consigli di Lse, Borsa Italiana ed Euronext per definire gli ultimi dettagli. L’ammontare dell’offerta si collocherebbe sui 4 miliardi di euro. Ieri un’indiscrezione di Bloomberg parlava di 4,5 miliardi, compreso il debito che si aggirerebbe attorno ai 200 milioni di euro. No comment da Euronext e Cdp.
La proposta punterebbe a una governance che parli anche italiano, grazie a Cdp e Intesa Sanpaolo che dovrebbero entrare nell’azionariato della piattaforma francese rispettivamente con l’8% e il 2% attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato.
Le trattative dovrebbero proseguire velocemente, dato che per Lse la vendita delle attività di Piazza Affari è importante allo scopo di ottenere il via libera dall’Antitrust europeo per l’operazione Refinitiv, del valore di 27 miliardi di dollari, sulla cui realizzabilità il verdetto è atteso per il 16 dicembre prossimo.
Dopo l’offerta vincolante, sarà il turno delle autorità di vigilanza — ossia Consob, Bankitalia e il Mef — che si concentreranno su autonomia, governance e investimenti. L’attenzione è alta: l’obiettivo è far sì che Borsa Italiana possa mantenere la sua centralità nell’economia nazionale e dare un contributo fondamentale nella ripartenza del Paese, come aveva ribadito, con un comunicato del 9 settembre, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Lo stesso pensa anche l’amministratore delegato di Cdp Fabrizio Palermo: «Un presidio e una garanzia di continuità e di stabilità in un’infrastruttura come quella di Borsa — ha detto intervenendo ieri all’EY Capri Digital Summit — è funzionale a un equilibrato sviluppo dell’economia del nostro paese».
Notevole la crescita di valore che in questi anni ha registrato la Borsa di Milano: acquistata da Lse nel 2007 per 1,6 miliardi, oggi è stimata da 3,3 a 3,8 miliardi e, secondo gli analisti, se ci fosse stata un’asta competitiva con gli svizzeri di Six e i tedeschi di Deutsche Börse, si sarebbe potuti arrivare ad una valorizzazione di 5 miliardi.