Le nomine per le aziende pubbliche non superano la prova con la Borsa. A Piazza Affari il titolo di Finmeccanica ha chiuso a — 5,22 per cento, quello dell’Enel a — 2,39 per cento, quello dell’Eni a — 0,38 per cento. È chiaro che le incertezze riguardano soprattutto il futuro strategico della holding della difesa e dell’aeronautica dove approderà Mauro Moretti proveniente dalla Ferrovie. Gli analisti ritengono, invece, che ci sia continuità con la staffetta all’Eni tra Paolo Scaroni e Claudio Descalzi e non hanno penalizzato più di tanto il titolo del “Cane a sei zampe”. Qualche dubbio, in particolare sul possibile rallentamento del piano industriale, emerge sull’Enel guidata da Francesco Starace. Ora si apre la partita per la successione a Moretti: in pole position ci sarebbe Domenico Arcuri ad di Invitalia, ma se la scelta dovesse esser fatta all’interno il nome più gettonato è quello di Michele Maria Elia.
Borsa delusa dalle nomine e nella scelta dei consigli entra il manuale Cencelli
Ieri è arrivata la promozione dei due quotidiani finanziari più influenti sulle piazze internazionali: il Financial Times che sulla sua versione on line ha parlato del «massacro della vecchia guardia italiana», e il Wall Street Journal che ha sottolineato le scelte fatte secondo criteri «di trasparenza e merito».
Il Quirinale ha smentito qualsiasi intervento del presidente della Repubblica sul terreno delle nomine che invece alcune ricostruzioni di stampa gli avevano attribuito. Il Colle le ha definite «ricostruzioni fantasiose». «Nessun intervento del genere si è verificato, in quanto le responsabilità di decisione proprie del governo sono state pienamente rispettate».
C’è un giallo che riguarda le liste del Tesoro per i consigli di Eni e Enel. Sono state invertiti due nomi: Andrea Gemma è candidato per il cda di Enel anziché Eni, e Salvatore Mancuso all’Eni e non all’Enel. Poiché si tratta di due candidati collocabili nell’area dell’Ncd c’è il sospetto che non possa essere stato solo «un errore materiale» come si sono giustificati da Via XX settembre.
Sull’indicazione delle donne alle presidenze, a parte quella di Finmeccanica dove è stato confermato Gianni De Gennaro, è tornato il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ha apprezzato la scelta anche in relazione al tetto degli stipendi. Che però non si applica agli amministratori delegati (uomini) mentre vale per i presidenti. «E casualmente — ha detto Camusso — tutte le donne sono presidenti».