Diffuso è bello. In Piazza Affari il numero di società con un azionariato non ingessato nelle mani di pochi e grandi azionisti non è la regola come nei mercati statunitensi. Ma, seppure in numero più esiguo, queste società vantano un certo appeal soprattutto in queste fasi di incertezza. Il primo segnale sono le performance: crescita a doppia cifra da gennaio ad oggi per Saipem, Moncler ed Stm, gruppi che hanno azionisti di peso nel capitale, ma di maggioranza relativa.
L’interesseL’interesse dei grandi investitori verso questa categoria di società si accende sull’aspettativa che possano essere terreno di conquista per cacciatori di grandi dimensioni favoriti dal possibile ritorno della liquidità delle banche centrali. In Usa il più attivo potrebbe essere Apple che secondo JP Morgan potrebbe investire parte dei 130 miliardi di euro di liquidità in società come Netflix, Activiosione e Sonos, attive nella produzione di contenuti video e ludici di ultima generazione.
Una lista, non esaustiva, delle pubblic company, società con un azionariato frammentato e quindi potenzialmente contendibili sul piano del governo societario, è nella tabella a fianco. Il capitale diffuso favorisce l’indipendenza del management con ricadute positive sui risultati di bilancio. L’Economia del Corriere ha fatto una selezione tra i titoli a maggiore capitalizzazione del listino, esclusi i finanziari, basandosi sui dati Consob e considerando le indicazioni provenienti dalle sale operative.
I nomiPrysmian e Cerved sono senza dubbio le prime della classe in fatto di azionariato diffuso. Entrambe vantano una quota di flottante che sfiora il 100%. Il gruppo leader in Italia nel campo dei servizi di informazione per le Pmi ha chiuso il 2018 con 458 milioni di ricavi, in rialzo del 16%, e un margine lordo di 209 milioni di euro, +15% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Proprio sull’onda dei conti preliminari di fine anno Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione Buy (comprare ndr) e il prezzo obiettivo a 10 euro. Gli analisti hanno giudicato i risultati: «in linea con le attese e rassicuranti sul fronte della solidità del trend del business». Giudizio positivo anche per JP Morgan che ha confermato il rating overweight (sovrappesare in portafoglio ndr) con target price a 10 euro. La sintesi di Bloomberg registra 7 raccomandazioni d’acquisto su 10 censite e un prezzo obiettivo medio pari a 9,59 euro. Prysmian non ha ancora riportato i conti di fine anno, previsti per il prossimo 5 marzo, ma nei primi 9 mesi dl 2018 ha mostrato un aumento del ricavi organici di quasi il 4% e un progresso anche a livello di marginalità. Il titolo è al centro dell’interesse del mercato anche perché l’Antitrust brasiliano potrebbe sanzionare l’azienda per 96 milioni euro. Evento che, nel breve termine, ha prodotto degli effetti negativi sulla performance di Borsa. Ma secondo Banca Imi, che sul titolo ha una raccomandazione Buy e un prezzo obiettivo a 22,2 euro: la società farà ricorso contro la decisione Antitrust e si ritiene che alla fine il potenziale esborso possa essere inferiore. Da inizio anno il titolo si muove ancora in territorio positivo: +10%.
Eni ed Enel sono le pubblic company di maggiori dimensioni quotate sul listino milanese, esclusi i titoli finanziari. Entrambe condividono il primo azionista, il ministero del Tesoro direttamente o tramite la Cdp, la cui partecipazione rappresenta circa un terzo del capitale. Il resto è flottante sul mercato. Le società sono quindi potenzialmente contendibili anche se al momento nei pensieri degli investitori c’è soprattutto Telecom Italia. Il gruppo è al centro di un serrato confronto tra azionisti, da un lato i francesi di Vivendi e dall’altro gli statunitensi di Elliot e la Cdp, per dare un assetto stabile alla società e quindi alle sue prospettive di sviluppo. A favorire la sfida un flottante che supera il 60% e quindi in grado di spostare in maniera significativa gli equilibri. Proprio la Cdp ha da poco annunciato la decisione di incrementare la propria quota di partecipazione, attualmente poco inferiore al 5%.
L`investimento si inquadra in una strategia di supporto a lungo termine per le infrastrutture strategiche nazionali e per un sostegno al percorso di sviluppo e creazione di valore dell`asset. Una buona notizia per Equita che in un report ha confermato il giudizio Buy con target di 0,55 euro. Secondo gli analisti l’operazione darà un forte supporto alla stabilità della governance, condizione essenziale per dare esecuzione al piano industriale del gruppo e ridurre il rischio.
Adriano Barrì