Platea blindata per il bonus da 80 euro mensili in busta paga (si veda l’articolo in pagina). Con il rinvio alla prossima legge di stabilità dell’allargamento del bacino dei beneficiari ai nuclei mono-reddito con più figli ed, eventualmente, a pensionati e incapienti. Così come del rafforzamento del taglio dell’Irap. Ma non senza un restyling su diversi punti. Con questa fisionomia il decreto Irpef viene trasmesso alla Camera dal Senato, che ha dato il primo via libera al provvedimento votando constestualmente con 159 sì, 112 no e nessun astenuto la fiducia (la dodicesima dell’era Renzi) sul maxiemendamento presentato dal Governo. Che ricalca il testo uscito dalle commissioni Bilancio e Finanze di palazzo Madama con quattro perfezionamenti tecnici. Primo fra tutti quello sulla parziale marcia indietro sulla flessibilità concessa alle partecipate pubbliche da un correttivo approvato dalla Commissioni che consentiva di adottare «modalità alternative» all’obbligo di riduzione dei costi operativi introdotto dal decreto.
Nel maxi-emendamento, su richiesta della commissione Bilancio, si precisa che le modalità operative potranno essere utilizzate solo «in caso di incremento del valore della produzione almeno pari al 10%» rispetto al 2013 e comunque dovranno essere in grado di determinare un miglioramento del risultato operativo. Gli altri piccoli aggiustamenti tecnici necessari per ottimizzare le coperture riguardano i capitoli della Rai, delle energie rinnovabili per il settore agricolo e la riduzione di 3,5 milioni nel 2015 della dote del cosiddetto Fondo taglia-tasse.
Il parziale restyling operato da Palazzo Madama è stato necessario anzitutto per prorogare al 16 ottobre il pagamento della Tasi per i Comuni ritardatari con un meccanismo che oggi dovrebbe essere reso subito operativo dal varo da parte del Consiglio dei ministri di un decreto ponte. Si è poi puntato a salvaguardare le sedi regionali Rai dai tagli all’azienda, da cui dovranno comunque arrivare 150 milioni. E a far scattare una mini-riforma della Farnesina in chiave di tutela del Made in Italy con l’attribuzione alle sedi diplomatiche del compito di svolgere attività di promozione nel mondo.
Gli altri ritocchi spaziano dalla riapertura della rateizzazione delle cartelle Equitalia per i contribuenti decaduti con il vecchio regime delle 72 “tappe” all’aumento nel 2014 della «tassa» sui fondi pensione dall’11% all’11,50% (24,4 milioni di gettito) per sterilizzare gli effetti sulle casse di previdenza dell’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (minori entrate per circa 20,4 milioni). Diluito in tre tranche (16 giugno, 16 settembre e 16 dicembre) e non più in soluzione unica il versamento dell’imposta sulla rivalutazione dei beni d’impresa.
Soddisfazione per il sì del Senato è stata espressa dal capogruppo dei democratici in commissione Bilancio, Giorgio Santini: «Il bonus fiscale non è solo un surrogato, è un fatto concreto. Con questo decreto proponiamo al Paese un progetto di equità sociale: tagliamo spesa improduttiva per sostenere il reddito». Anche da Ncd, che ha condotto con Palazzo Chigi un lungo braccio di ferro per l’immediata estensione del bonus ai nuclei monoreddito con più figli, arrivano apprezzamenti per l’ok di Palazzo Madama: «Il provvedimento avvia un percorso di riduzione del peso dello Stato sulla società tanto in termini di spesa quanto in termini di minore pressione fiscale», ha detto il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi, sottolineando la soddisfazione del suo partito per l’impegno formalmente preso dal Governo sul “fattore famiglia” in vista della prossima legge di stabilità. Dure critiche arrivano da Forza Italia: «Con la Tasi, passate le elezioni, il governo già si riprende quello che aveva dato con gli 80 euro».
Tornando ai correttivi approvati dal Senato, del pacchetto di modifiche fa parte l’aumento del contributo per il rilascio del passaporto. Che sale da 40,29 a 73,50 euro, ma con la contestuale abolizione della “tassa” annuale, sempre di 40,29 euro, fin qui obbligatoria per i viaggi extra-Ue. Slitta al 15 settembre il versamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime.
Slitta anche al 2016 l’obbligo di pubblicazione esclusivamente on line dei bandi di gara. E vengono concessi due mesi più (dall’entrata in vigore della legge di conversione) alle imprese per usufruire della certificazione collegata al pagamento della nuova tranche di debiti della Pa. Scatta poi l’obbligo di pubblicazione on line dei compensi dei componenti dei Cda pubblici.