I numeri
La prossima scrematura sarà quella definitiva. Volendo dare delle cifre i gruppi significativi saranno — come ha detto Nouy durante la sua recente visita a Roma — attorno ai 120 gruppi bancari che significa circa 1.200 istituti di credito, che rappresentano circa l’85% degli attivi del sistema bancario europeo,contro i 3.700 istituti meno rilevanti. Restando sempre sui numeri della riforma, le persone coinvolte nella nuova vigilanza saranno circa mille (le assunzioni e i distacchi sono già stati completati) di cui 770 supervisori. Sono infine 18 i paesi coinvolti e 25 le autorità nazionali interessate dal nuovo meccanismo.
Sono ancora in discussione a Francoforte (la definizione avverrà entro agosto) i costi del nuovo meccanismo di vigilanza ed in particolare il contributo chiesto alle banche sul modello di quanto avviene fuori dall’Europa. In via approssimativa i costi fino al 2015 saranno attorno ai 260 milioni di euro di cui l’85% a carico delle banche significative e il 15% delle altre: si andrà da un contributo minimo di 2 mila euro ad uno massimo di 15 milioni di euro. «Non sarà un Big Bang, ma qualcosa di molto graduale» ha detto ancora Nouy, spiegando che non bisogna aspettarsi terremoti per il passaggio, il 4 novembre, alla Bce della Vigilanza. Ci saranno due categorie di banche ma le regole «saranno le stesse» per tutti gli istituti grandi e piccoli, ha aggiunto.
Capitalizzazioni
L’attesa comunque è per la presentazione dei risultati. Le banche italiane — ha più volte sottolineato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e più recentemente in Parlamento lo ha fatto anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan — hanno fatto grandi sforzi di capitalizzazione e non dovrebbero aver problemi sull’adeguatezza di capitale. Gli esami della Bce, dovrebbero superarli, cioè, a pieni voti. In ogni caso la suspense durerà fino a metà ottobre. Giovedì scorso il consiglio direttivo delll’Eurotower ha infatti confermato che i risultati finali del comprehensive assesment saranno pubblicati «durante la seconda metà di ottobre», il che potrebbe voler dire il 17 ottobre.
Le singole banche interessate riceveranno gli esiti dettagliati solo poco prima, 48 ore prima, del mercato e non avranno molto tempo a disposizioni per inviare a Francoforte le loro controvalutazioni. In particolare i gruppi per i quali è emerso un deficit di capitale dovranno presentare al Ssm i rispettivi piani di rafforzamento entro il termine di due settimane. I gruppi che dovranno coprire carenze patrimoniali emerse nel corso della verifica sulla qualità degli attivi di bilancio (Asset quality review ) avranno tempo 6 mesi per mettersi in regola. Quelli che invece non sono stati in grado di superare la sfida dello scenario avverso proposto dagli stress test , condotti dalla Bce congiuntamente all’Eba, l’autorità bancaria europea, dovranno intervenire entro nove mesi.