13.10.2017

Battuta d’arresto per gli ebook

  • Italia Oggi

Alla Buchmesse si ritrovano oltre settemila editori di 106 paesi, dalla Mongolia all’Islanda, i giornalisti accreditati sono 10 mila. Nei giorni della più grande fiera del libro al mondo gli alberghi e le pensioni di Francoforte raddoppiano i prezzi, ma vengono prenotati con un anno di anticipo, gli stands sono carissimi e ti mettono in conto persino l’affitto delle sedie.

E da non dimenticare il biglietto aereo, in questa settimana anche le compagnie low cost praticano tariffe quasi normali. Eppure la Buchmesse da anni, anzi da decenni, in teoria non servirebbe a niente. In passato a Francoforte erano messi all’asta i bestseller di domani, magari non ancora scritti, scommettendo sul nome dell’autore, o su due paginette di presentazione. Le aste per decine di migliaia di dollari, anche centinaia di migliaia, appartengono a un favoloso passato. Oggi, gli affari sono decisi già in anticipo, i libri possono venire inviati per pdf, anche quelli illustrati. Si sa tutto di tutti, ma non si vuole mancare all’appuntamento d’ottobre a Francoforte, che sarà accogliente ma non è certo Parigi, o Londra. Perché ci si vuole vedere in faccia, perché come in tutte le fiere, da quelle del bestiame a quelle supertecnologiche di oggi, conta il contatto umano. Nessuna email, per quanto lunga e precisa, vale come due chiacchiere scambiate in piedi faticosamente davanti a un chiosco di würstel, mediocri e cari.

Un libro va preso in mano per essere valutato, non solo letto.

Ma per quelli che seguono sempre la corrente, il libro in carta dovrebbe essere in agonia. La notizia è apparsa proprio nel giorno d’apertura della Buchmesse. Probabilmente Frau Irmgard Siebert ha atteso il momento opportuno. È la direttrice della biblioteca dell’università di Düsseldorf e ha annunciato che si dimetterà il prossimo 31dicembre. Addio quasi obbligato, perché i burocrati responsabili della biblioteca hanno deciso di dimezzare il catalogo, naturalmente per risparmiare. A che serve tanta carta se studenti e professori possono leggere tutto o quasi in ebook? le hanno detto. E che fine faranno le migliaia di volumi da eliminare? Makulieren, è stato l’ordine impartito a Frau Siebert, mandarli al macero.

Perfino ai soldati tedeschi oggi è consentito non eseguire un ordine ritenuto ingiusto. La Costituzione sancisce che devono seguire la propria coscienza e non il caporale di turno. E la signora ha preferito le dimissioni: «Sono sempre convinta», ha risposto, «che i libri stampati, come giornali e periodici su carta, siano insostituibili per la cultura e per l’informazione scientifica, e per formare il pensiero critico di studenti e docenti». Temo che i suoi capi non torneranno indietro, e l’errore sarà irreparabile. Perché dimezzare il catalogo? Domani tanto vale chiudere del tutto la biblioteca.

Neanche i dati servono a convincere: in Germania, l’ebook continua a non avere quel successo straordinario previsto dai soliti esperti. La percentuale di chi li usa è del 25%, che naturalmente varia con l’età. Si va dal 37% di chi ha meno di 30 anni, al 15% dei cinquantenni. Ma leggono sempre anche su carta. I giovanissimi sotto i 18 anni hanno tutti un lettore, ma solamente il 10% legge solo sullo schermo. Hanno spiegato che vogliono vedere i libri comprati in mostra negli scaffali della loro camera. Sul mercato, la percentuale di ebook ha raggiunto nei primi mesi di quest’anno il 5,7%, contro il 4,9 del 2016, e il 4,8 del 2015. Ma il fatturato nei primi mesi del 2017 è diminuito del 3,4%, si va avanti lentamente abbassando i prezzi. Per questo, migliaia di editori e di collaboratori continuano a venire alla Buchmesse, invece di valutare un bestseller ipotetico al computer.

Roberto Giardina