Panetta ha ricordato che le erogazioni creditizie alle imprese hanno ancora il segno meno davanti (-1,6%) e che permane tuttora un divario fra le condizioni praticate alle grandi imprese e quelle che vengono applicate alle imprese più piccole.Queste, nel 15% dei casi lamentano ancora l’esistenza di un effetto di razionamento creditizio. Il motivo è sempre lo stesso: c’è un lag temporale fra la ripresa dell’economia reale e la dinamica del credito perché la crisi passata pesa tuttora vistosamente sui bilanci bancari. Pertanto, ha spiegato Panetta, sciogliere il nodo delle sofferenze del sistema bancario italiano è un’esigenza «oggi ancora più pressante; le possibili soluzioni vanno analizzate a fondo e se necessario attuate con rapidità». Trovare una soluzione per ridurre i crediti deteriorati è una scelta che è opportuno fare proprio nelle fasi di svolta del ciclo economico, com’è quella attuale, ha sottolineato il dirigente di via Nazionale. Infatti, alla vigilia della ripresa e mentre i criteri di offerta del credito si stanno allentando, le banche hanno un forte interesse a pulire i bilanci e «riattivare pienamente il circuito del credito. In questa fase, gli strumenti ordinari potrebbero non essere del tutto adeguati, rendendo necessari interventi di sistema».
Una promozione piena del messaggio della Bce sul Qe per i riflessi sul mercato dei titoli di Stato è poi venuta ieri da Maria Cannata, direttore generale per il debito pubblico del ministero dell’Economia. «Il messaggio è stato così convincente che alcune distorsioni che si registravano sulla parte breve della curva non toccata dalle misure Bce si sono allisciate». Cannata non ha però nascosto che, per chi è chiamato a gestire il debito pubblico, l’era dei rendimenti negativi non significa solo minori oneri e allungamento delle scadenze. Non è insomma solo rose e fiori: per esempio si è dovuto studiare un nuovo meccanismo d’asta per i bot che preveda anche rendimenti negativi mentre per le modifiche ai contratti dei Cct ci sono ancora problemi tecnici da sciogliere perché il Codice civile chiaramente non prevede l’esistenza di tassi negativi . Senza contare che d’ora in poi anche per quei 600 milioni circa di giacenza di liquidità che il Tesoro detiene quotidianamente presso la Tesoreria di Banca d’Italia il tasso d’interesse sarà negativo e spetterà a via XX Settembre pagare.