Delle sette grandi banche britanniche sottoposte agli stress test della Bank of England più stringenti della storia, solo Barclays e e Royal Bank of Scotland sono state bocciate. Ciononostante non verrà chiesto loro di rafforzare il capitale, perché hanno già intrapreso azioni soddisfacenti in questa direzione. Invece Lloyds, Santander, Standard Chartered e Hsbc hanno superato gli esami immediatamente. Quindi nessun istituto ha bisogno di raccogliere capitale per rafforzare i buffer.
Quello che emerge è un quadro rassicurante, dal momento che le principali banche sono in grado di resistere agli effetti della Brexit e il credito non è in pericolo, nonostante l’inversione di rotta economica innescata nel Regno Unito da un disordinato processo di uscita dall’Unione europea. I test sono stati realizzati prima di un incontro di cruciale importanza tra i leader Ue e britannici, che si terrà il mese prossimo. Il timore diffuso è che la Gran Bretagna non stia facendo sufficienti progressi verso un’uscita morbida nel 2019.
Per aiutare le banche a resistere a eventuali shock, la Boe le sta obbligando ad accantonare circa 6 miliardi di sterline (8 mld euro) di capitale esistente in un cuscinetto speciale, che potrà essere utilizzato per fronteggiare perdite a partire dal 2018. L’istituto centrale, inoltre, incrementerà il coefficiente della riserva di capitale anticiclica dell’1% entro il prossimo anno, mentre inizialmente aveva previsto un aumento dello 0,5%. La Boe ha nuovamente avvertito i legislatori che serve una normativa che garantisca che i contratti di derivati e assicurativi rimangano validi anche dopo la Brexit: circa 36 milioni di possessori di polizze potrebbero essere interessati, insieme a 26 mila miliardi di sterline (29.065 mld euro) di derivati.
È stata ribadita la necessità di un periodo di transizione affinché le banche possano adattare i loro modelli di business dopo l’uscita dalla Ue. Entro fine anno la Boe pubblicherà le linee guida sulle prospettive di tale intervento.