La pandemia tornerà a pesare sui ricavi, già asfittici, delle banche italiane e ne stresserà ulteriormente il capitale: ne è convinta l’agenzia Moody’s, secondo cui le misure promosse dal governo «mitigheranno solo parzialmente gli effetti negativi sul sistema finanziario e industriale», mentre si genererà una nuova mole di crediti non performanti.
In un report Moody’s prevede che le chiusure degli stabilimenti produttivi e delle imprese rallenteranno la diffusione dell’epidemia, «ma eroderanno la capacità di rimborso di famiglie e società, portando a un aumento dei prestiti problematici e delle perdite di credito. Inoltre una riduzione dei volumi di prestiti e di gestione patrimoniale influenzerà negativamente la redditività delle banche, e prevediamo anche un ulteriore stress da capitale dall’aumento del peso del rischio e dall’ampliamento degli spread dei titoli di stato». L’agenzia aggiunge che «le misure adottate da governi, banche centrali e autorità di vigilanza nell’ambito dei dieci maggiori sistemi bancari in Europa – considerando che i sistemi di garanzia sono un elemento chiave di queste azioni che tutti e dieci i paesi hanno messo in atto e che i pacchetti di aiuti finanziari differiscono da un paese all’altro – se attuate, supporteranno le banche e i creditori contribuendo a compensare la diffusa perturbazione causata dal congelamento delle economie europee».
I programmi di aiuto «possono mitigare i rischi di credito presso gli istituti finanziari, sostenendo la domanda e l’occupazione globali attraverso garanzie sui prestiti e finanziamenti diretti ai mutuatari, acquistando attività di alta qualità che negoziano al di sotto dei loro valori intrinseci e offrendo finanziamenti alle banche a condizioni favorevoli. La moratoria dei pagamenti sui mutui o alcuni prestiti alle società aumenta i rischi per i finanziatori, ma tali rischi possono essere ridotti dall’effetto macroeconomico positivo del sostegno alla fiducia e alla spesa dei consumatori».
Infine, alcune misure di flessibilità normativa proposte rischiano di incoraggiare la conservazione o persino l’aumento dell’esposizione ad attività che comportano perdite.